ANCONA – Dal pedaggio-autolavaggio al casello, ad una passerella sospesa nell’area di servizio fino ad un percorso avventura. Gli studenti dell’Università Politecnica delle Marche hanno sviluppato delle immagini capaci di evocare delle possibilità di uso alternativo e più spesso riuso degli spazi di servizio all’infrastruttura autostradale A14 nel tratto marchigiano: spazi di sosta e rifornimento carburante, piazzole di sosta, riuso di cantieri temporanei, usi alternativi di ponti e viadotti e di gallerie dismesse.
Quanto tempo spendiamo per spostarci in A14 magari per lavoro o studio? E quanto conosciamo dei territori che attraversiamo? E se ci fossero dei pit-stop capaci di raccontarci le nostre Marche in maniera nuova? Ci hanno pensato, utilizzando 30 immagini, gli studenti dell’Univpm che hanno riflettuto su un possibile paradosso: “rallentare”.
Marco Ceccarelli e Luca Di Giacomo hanno così progettato una “passerella sospesa”, un ex-cantiere temporaneo al lato dell’A14 diventa occasione per la realizzazione di un’area di sosta non convenzionale dove sospesi nel vuoto si possa godere dello spettacolo del litorale. Andrea Tabocchini e Francesca Vittorini invece hanno pensato ad un uso nuovo dello spazio: al casello Ancona Sud c’è il “pedaggio con autolavaggio”: il risultato è una cascata, un landmark che trasforma l’ordinario in straordinario. A Grottammare l’area di sosta si trasforma in un “percorso avventura” nel progetto di Martina de Santis e Federico Falcioni. Partendo da una piazzola di sosta con a lato una selvaggia vegetazione, si arriva ad un vero e proprio percorso avventura, un viaggio nel viaggio.
Gli studenti Univpm per la progettazione dei lavori hanno partecipato ad un workshop organizzato dall’associazione studentesca Cento55 in collaborazione con PepeLab. I progetti sono stati illustrati venerdì 24 febbraio, nell’area di servizio Esino Est Punto di ristoro Sarni dell’A14, durante la presentazione della rivista Mappe n° 9 promossa e finanziata dal gruppo Gagliardini di Monteroberto che insieme all’Univpm ha voluto promuovere questa iniziativa. Una sala gremita di spettatori e appassionati che sono rimasti fino a sera.
L’incontro ha visto la partecipazione di ospiti speciali confrontarsi sul ruolo delle infrastrutture che disegnano la faccia della terra: il geografo umanista Franco Farinelli, gli studiosi di storia dell’ingegneria, Sergio Poretti e Tullia Iori curatori del Progetto SIXXI che hanno proposto video e immagini delle grandi infrastrutture simbolo dei nostri tempi del ‘900, aggiudicandosi l’entusiasmo della sala, e il direttore editoriale di Mappe Cristiano Toraldo di Francia. La rivista N°9 si presenta con un titolo significativo e perentorio, un’assunzione di responsabilità per gli stakeolders e gli operatori dell’ampia comunità trasversale del progetto: “Che fare? Fare”.
«Il valore di questo ipotetico rallentamento– ha raccontato il Prof. Gianluigi Mondaini – costituisce il reale valore aggiunto che l’infrastruttura porterebbe al territorio, non soltanto nei termini della mobilità di uomini e merci ma anche nei confronti di un’inedita relazione fisica ed evocativa con il territorio che attraversa. E’ stato bello vedere i nostri ragazzi pensare da protagonisti al loro futuro».
«Continua il nostro cammino nei luoghi sensibili del paesaggio – dice Vittorio Gagliardini. Dopo l’aeroporto e il porto, l’autostrada, l’A14, un luogo iconico e identitario dell’Adriatico e della Città Adriatica. Con la rivista ci interroghiamo da sempre sulle qualità territoriali, sulle comunità che sono opportunità: l’autostrada per i suoi contenuti sociali e culturali oltre che tecnici e di servizio rappresenta un ineludibile tema progettuale, come mostra l’esercitazione curata dall’Università Politecnica per questa occasione».