ANCONA – Rivendevano auto ritoccando i chilometri. Finiscono dentro altri tre componenti, una donna e due uomni, della banda sgominata questa estate dai carabinieri con l’operazione “chilometri zero”. Erano latitanti e sono state sorprese dai militari a bordo di un taxi dopo aver oltrepassato il casello autostradale “Senigallia”, direzione Bologna-Ancona. Per loro, pertanto, sono scattate le manette e dopo le formalità di rito sono stati condotti rispettivamente gli uomini presso la casa circondariale di “Montacuto” e la donna presso la sezione femminile della casa circondariale “Villa Fastigi” di Pesaro.
Ieri, mercoledì 25, l’arresto di queste tre persone di origine rumena che si erano rese irreperibili ma la vicenda era emersa lo scorso 20 giugno
La vicenda era emersa a giugno di quest’anno, grazie alle indagini dei carabinieri di Brecce Bianche. I fatti si erano svolti tra gennaio 2017 e aprile 2019. Coinvolti nel giro criminale 3 donne e 2 uomini, tutti di origine rumena, ritenuti responsabili a vario titolo di associazione per delinquere finalizzata alla truffa e alla frode in commercio, nella vendita di autovetture alle quali venivano ridotti i chilometri. Gli inquirenti nel periodo compreso tra gennaio 2017- aprile 2019 sono riusciti a dimostrare la compravendita di più di 130 autovetture alle quali erano state ridotti i chilometri, ottenendo in tal modo delle autovetture commercialmente più appetibili.
Il gruppo criminale, con sede operativa ad Ancona, “lavorava” in tutta la penisola e invitava i clienti a visionare le auto nelle sedi di via Di Vittorio e in via G. Rossa di Ancona.
Tredici le regioni italiane interessate oltre alle Marche con 71 casi: Abruzzo con 12;
Umbria, 11; E. Romagna, 11; Molise, 9; Lazio, 9, Toscana, 8; Puglia, 5; Veneto, 3; Lombardia, 3; Piemonte, 1; Sardegna, 1; Liguria: 1
I carabinieri della stazione di Ancona Brecce Bianche, che hanno condotto le indagini, coordinate dal sostituto procuratore Daniele Paci, hanno analizzato centinaia di vendite di autoveicoli risultate tutte anomale poiché, dalla verifica effettuata, presentavano un’alterazione del contachilometri, arrivando, in moltissimi casi, a riduzioni di oltre 200.000 chilometri, fino al triplo delle misurazioni originali.
Ulteriore elemento, per ottenere la fiducia dei clienti, era il dato che tutte le vetture erano in vendita con la revisione appena fatta. Proprio su questo punto le indagini si sono allargate ad un’officina di revisioni auto, che certificava l’esito positivo del controllo con i chilometri scalati.
L’organizzazione grazie alla grande pubblicità sul web, tra gli anni 2017 ed il 2019, hanno, pertanto, ottenuto profitti per oltre 500mila euro.
Dalle indagini sono emerse anche responsabilità a carico di due agenzie di pratiche auto di Ancona, che in accordo con gli arrestati, favorivano i passaggi di proprietà falsificandone gli atti.