ANCONA – «Le auto sfrecciano e prendono la rincorsa a ridosso delle strisce. Il problema sicurezza è reale e concreto, serve agire al più presto». Sono già due le negozianti che, nel giro di pochissime ore, sollevano il problema della velocità in una via, quella di Corso Amendola, tanto centrale quanto frequentata. Chi ci vive e ci lavora parla di «un centro commerciale naturale».
Lunedì (13 maggio) l’ultimo episodio che ha rischiato di falciare una famigliola di quattro persone. A raccontare l’accaduto, è una barista anconetana, Loredana Pezzella, titolare del Mixer, proprio di fronte al supermercato Tigre: «Mia figlia, ieri, ha rischiato di essere investita – dice – Qui corrono come pazzi, serve posizionare dossi o dissuasori. Sì alla zona 30».
Insieme alla figlia di Loredana e ai suoi due bambini piccoli, di 2 e 3 anni, anche il compagno: «Stavano attraversando. Uno dei miei nipoti era in braccio e l’altro con la manina. Non sopraggiungeva nessuno, così, all’altezza del Tigre, hanno attraversato sulle strisce. Mentre erano al centro della carreggiata – continua – una Fiat Multipla li ha sfiorati mancandoli di pochissimo».
Il conducente procedeva in direzione Passetto: «Ha inchiodato sterzando di lato ed evitando l’impatto. C’è mancato poco, un miracolo», sospira Loredana. Quindi, l’appello al Comune: «Chiedo l’installazione di dissuasori con interventi mirati per scongiurare simili episodi, che sono ormai all’ordine del giorno».
Chi era alla guida della Multipla grigia avrebbe persino lanciato delle minacce non poi tanto velate: «Gli ha detto ˊSe non te ne vai, scendo e ti spacco la facciaˊ». La gente si è affacciata alle finestre, c’è chi è uscito dai propri locali. Tra cui Linda D’Ippolito, della storica tabaccheria Linda: «Il problema ad oggi non è tanto la sosta selvaggia, corso Amendola – d’altronde – è una via commerciale e c’è molto traffico e altrettanto passaggio. Piuttosto, bisogna puntare sulla sicurezza, le persone non rispettano i limiti».
E ancora: «Sono favorevole alla creazione di una Zona 30, ma anche a controlli più frequenti. È impensabile che si debba rischiare la vita per attraversare sulle strisce pedonali. I miei genitori abitano qui dietro, in via Maratta, so di cosa parlo. L’altro giorno, sono uscita dalla tabaccheria alle 20.30 e per poco un’auto non mi ha falciato. Ho alzato il braccio per invitare il guidatore a rallentare e per tutta risposta lui ha fatto retromarcia ed è tornato da me con fare provocatorio. Il limite era di 50 chilometri orari, sicuramente andava a circa 70».
Tanti i problemi della zona: «Ho visto diversi felini della colonia di piazza Don Minzoni morti per strada. Servirebbe andare piano e avere maggiore attenzione a ciò che accade intorno a noi. Per non parlare poi della sporcizia e della gente maleducata che getta i rifiuti dove capita. Ma come si fa?».