ANCONA – «Turismo sostenibile e agricoltura ecocompatibile sono a rischio nel parco del Conero». Il candidato sindaco di Altra Idea di Città Francesco Rubini, l’urbanista e paesaggista Riccardo Picciafuoco, portavoce e candidato consigliere di AIC, e la candidata al consiglio Manuela Corvi, denunciano le mancanze dell’Amministrazione. «Con il commissariamento del Parco del Conero – denuncia Rubini – il Comune ha raggiunto il punto più basso del suo rapporto con l’Ente. È inaccettabile che a causa dei forti contrasti interni al Pd quest’area venga abbandonata a se stessa. Tutta la zona dal Cardeto a Portonovo è tra le più belle dal punto di vinta paesaggistico e naturalistico e da anni è abbandonata all’incuria e al degrado, senza alcuna progettualità. Il Comune e MSC Crociere hanno scelto come nuovo tour la passeggiata all’interno del parco del Cardeto, ma mi chiedo cosa pensano di far vedere ai crocieristi. È un parco abbandonato, senza un punto di ristoro».
Per riqualificare e valorizzare la zona, Altra Idea di Città propone la realizzazione di un sentiero naturalistico lungo tutta la costa a sud, dal Cardeto a Portonovo. «È un progetto lanciato da Legambiente che noi condividiamo – continua Rubini – perché permetterebbe di creare una straordinaria passeggiata di circa dieci chilometri totalmente immersa nella natura lungo la costa. Il sentiero collegherebbe il paesaggio del parco del Conero con il paesaggio marino e questo diventerebbe il vero lungomare di Ancona. Il Comune dovrebbe ripetere quello che già è stato fatto alle Cinque Terre. Inoltre dovrebbe essere salvaguardata la fruibilità pubblica dei sentieri, da Pietralacroce a Mezzavalle, garantendo un sicuro accesso al mare». Questa è la proposta del candidato sindaco che invece denuncia «il progetto del lungomare nord dell’Amministrazione, pensato vicino a una strada camionabile, priva di bellezze paesaggistiche». E per Rubini non è convincente neanche il progetto della Mancinelli della pista ciclabile che collegherà la città al Parco del Conero e a Portonovo. «È surreale – continua – con costi alti, tante pendenze e lontana dai luoghi paesaggistici più belli».
Tra le proposte di Altra Idea di Città, anche la valorizzazione delle grotte della falesia, «di cui chiederemo l’inserimento come sito dell’Unesco per la sua unicità»; l’inserimento del Parco del Cardeto all’interno del Parco del Conero e l’istituzione dell’area marina protetta davanti alle coste del Parco del Conero. Quest’ultima è stata «da sempre osteggiata dai comuni di Sirolo e Numana e più volte l’Amministrazione di Ancona ha detto di volerla sostenere anche per la zona antistante la costa anconetana. È ora di passare dalle parole ai fatti».
«Più di una volta la giunta Mancinelli ha ritirato o ha lasciato decadere un piano – denuncia Picciafuoco – ad esempio il piano del Parco del Conero ha reso obbligatorio fin dal 2010 per tutti i quattro Comuni l’adeguamento dei propri piani regolatori generali a questo piano sovraordinato. ll piano del Parco destinava dodici mila metri cubi all’agricoltura e, quindi, alle aziende agricole che potevano incentivare la propria attività. L’Amministrazione nel 2014 ha iniziato a lavorare per l’adeguamento e, dopo l’adozione in consiglio comunale e la pubblicazione, il Comune avrebbe dovuto adottarlo definitivamente dopo diciotto mesi, ma non lo ha fatto. Sono passati i diciotto mesi e tutto il lavoro dal 2014 ad oggi è stato perso. Ciò ha prodotto un danno alle attività agricole che avevano avanzato proposte di sviluppo sin dalla fase di redazione del Piano del Parco». L’altra situazione di stallo normativo riguarda la baia di Portonovo, dove «dal 2000 era previsto l’arretramento delle strutture balneari e dei ristoranti (lato Molo), che avrebbe permesso di eliminare i continui e dannosi rinascimenti della spiaggia del molo e recuperare circa 4.500 metri quadrati di spiaggia. Gli operatori erano d’accordo con il progetto, ma anche questa volta la Mancinelli ha ritirato il piano».
Inoltre per il movimento civico e politico, è necessario «tornare immediatamente a dotare l’Ente Parco di un proprio e autonomo Consiglio Direttivo, quello istituito con il passaggio da Consorzio ad Ente, che prevedeva la presenza dei quattro comuni, della Regione, della Provincia e dei rappresentanti delle associazioni ambientaliste e degli agricoltori».