ANCONA- Creare una coalizione civica per l’Ancona del futuro, è questa l’idea che la sinistra anconetana (Sinistra Italiana, Partito Comunista, Rifondazione Comunista, Mdp e Possibile) vuole concretizzare per le elezioni amministrative 2018. Un quarto polo che correrà contro il centrosinistra, il centrodestra e il Movimento 5 Stelle. Un progetto che riunisce e comprende anche altre realtà che in questi anni si sono opposti al centro sinistra «per essere la vera alternativa al governo che da decenni asfissia la città». L’intervista a Francesco Rubini, capogruppo in Consiglio comunale di Sel-Abc.
Come si sta muovendo la sinistra anconetana in vista delle elezioni amministrative del 2018?
«Stiamo continuando il lavoro fatto in tutti questi anni tenendo unito il collettivo delle elezioni amministrative del 2013, quindi anche realtà sociali e movimenti. Per queste elezioni cerchiamo di andare oltre il reclutamento classico della sinistra radicale per riunire i soggetti che in questi anni si sono opposti al centrosinistra e proposti per vedere e progettare un governo alternativo della città. Stiamo cercando di costruire una proposta civica alternativa che possa essere competitiva con centrosinistra, centrodestra e Movimento 5 Stelle, ovvero il quarto polo. Vogliamo rappresentare quegli anconetani che non vanno a votare perché credono che non ci sia alternativa al centrosinistra».
Rubini a quali realtà fa riferimento?
«Mi riferisco alle realtà associative e di volontariato che hanno trovato terreno di confronto con la sinistra, quelle che si sono battute noi per i Mutilatini, per il Cardeto, contro la chiusura della Stazione Marittima e del Pergolesi. Vogliamo trasformare le mobilitazioni isolate in una proposta politica organica in grado di sfidare il centrosinistra e le altre forze politiche in campo».
Quali punti fondamentali non potranno mancare nel vostro programma elettorale? «Ci sono dei punti da sottoporre alla città per dare vita ad una coalizione civica come ad esempio la tutela e la rivalorizzazione dei beni comuni e del patrimonio inutilizzato. Vogliamo mettere a disposizione dei cittadini quello che il centrosinistra ha comprato e poi svenduto oppure quello che ha abbandonato dopo averlo comprato. Vogliamo costruire luoghi di aggregazione e di produzione economica in modo da creare decoro urbano. E poi politica della viabilità e mobilità sostenibile. Vogliamo invertire la rotta: disincentivare il traffico provato e favorire la mobilità sostenibile. Torneremo a parlare di metropolitana di superficie e quindi della stazione marittima. Altro punto è una gestione dell’amministrazione più trasparente e partecipata. No alle sporadiche assemblee di sfogo nei quartieri per poi prendere le decisioni a porte chiuse».
Avete già in mente i nomi di eventuali candidati per ricoprire il ruolo di sindaco?
«Abbiamo in mente dei nomi. Ci serve una persona giovane e fresca che possa rappresentare i cittadini che non si riconoscono nel centrosinistra. Affronteremo la discussione sul candidato sindaco con il fronte che stiamo cercando di costruire. Cerchiamo un volto conosciuto che possa aver rappresentato i nostri ideali ma che sia staccato dalla politica tradizionale».
Farete delle campagne di ascolto con i cittadini?
«Cerchiamo di raggruppare uno schieramento unico e metterlo all’ascolto della cittadinanza».
Come si immagina la competizione elettorale? Quali avversari?
«Attualmente ci sono tre schieramenti sicuri: la corrazzata dei fedelissimi della Mancinelli che racconteranno di inaugurazioni e asfaltature (fatti con i soldi della sentenza Longarini). Sarà una campagna elettorale basata sul “noi abbiamo fatto”. Poi c’è il centrodestra reazionario che fonderà la campagna sulla paura del diverso e sui quartieri più disagiati come il Piano. Infine, i 5 Stelle che hanno fatto e fanno molta fatica in questa città a proporre. È il fronte del “NO a prescindere”. La nostra proposta per Ancona invece è una visione organica di lungo periodo. Una Ancona del futuro».
Sarà una battaglia difficile?
«Sarà una battaglia difficilissima perché noi cerchiamo di mettere inncampo una cosa insolita».