ANCONA – Una via, strada o un altro luogo da intitolare alla memoria di Stefano Cucchi, il ragazzo romano trovato morto il 22 ottobre del 2009 in una stanza dell’ospedale Sandro Pertini di Roma, dove era ricoverato da quattro giorni dopo essere stato arrestato. È quanto chiede Francesco Rubini, il consigliere di Altra Idea di Città, con una mozione depositata oggi (20 novembre) presso la segreteria del consiglio comunale.
La Corte d’Assise di Roma ha condannato a 12 anni di carcere per omicidio preterintenzionale i due carabinieri imputati nel processo bis per la morte di Cucchi e il consigliere chiede «al Sindaco e alla Giunta di individuare una via, strada o altro luogo da intitolare alla memoria di Stefano Cucchi, vittima innocente dello Stato Italiano. Mi auguro che il testo si possa discutere ed approvare il prima possibile». «Stefano Cucchi, ragioniere romano di 31 anni, moriva il 22 ottobre 2009, durante una custodia cautelare conseguente ad un fermo di polizia avvenuto una settimana prima, – si legge nella mozione – dopo essere stato abbandonato a se stesso nel carcere di Regina Coeli malgrado le evidenti e plurime lesioni ed ecchimosi già refertate dall’ospedale Fatebenefratelli, dove il Cucchi fu portato subito dopo il procedimento per direttissima. Dopo anni di depistaggi, falsità, menzogne e ignobili campagne politiche contro Cucchi e la sua famiglia, fin da subito in prima linea alla ricerca della verità, la Corte di Assise di Roma ha condannato Alessio di Bernardo e Raffaele d’Alessandro, due dei carabinieri protagonisti del fermo a Stefano Cucchi, alla pena di 12 anni di reclusione per aver commesso il reato di omicidio preterintenzionale. La sentenza cristallizza in sede giudiziaria quanto già chiaro da molti anni: Stefano Cucchi è stato pestato violentemente subito dopo il suo fermo dai carabinieri Di Bernardo e d’Alessandro e poi lasciato morire».
Il consigliere di Altra Idea di Città, nella mozione, sottolinea che «la Costituzione italiana tutela e garantisce i diritti fondamentali dell’uomo tra cui la salute e l’integrità fisica estendendo il diritto a chiunque si trovi, temporaneamente o definitivamente, privato della propria libertà personale perché affidato alla custodia delle pubbliche autorità. Fin troppo spesso negli anni sono emersi fatti di cronaca legati ad un utilizzo sproporzionato ed illegittimo della coercizione e della forza da parte di appartenenti ad autorità pubbliche ed alle forze di polizia. Sono note anche le criticità legate alla gestione del sistema carcerario italiano e più in generale quelle riferibili alla legislazione repressiva del nostro Stato, altrettanto noti sono i ripetuti interventi sanzionatori e di richiamo da parte dell’Unione Europea nei confronti dell’Italia su questi temi». Per questi motivi Rubini impegna Sindaco e Giunta «ad inviare un messaggio istituzionale di solidarietà e sostegno alla famiglia Cucchi a nome dell’intera città di Ancona comunicando l’approvazione della mozione, e ad avviare l’iter necessario per l’individuazione di una via, strada o altro luogo e successiva intitolazione in memoria di Stefano Cucchi, ragazzo, vittima innocente dello Stato Italiano».