ANCONA – Al via la 53esima edizione della sagra della spuntatura. Sappanico in festa, con tanto di mostra degli artisti della frazione di Ancona. A farlo sapere è Fiorenzo Pistelli, presidente del Circolo Pro Sappanico, che da anni aiuta nell’organizzazione della kermesse.
Una festa che in tanti attendono per mangiare le celebri spuntature, conosciute nel Lazio (e soprattutto a Roma) come la pagliata. «Si tratta di una parte dell’intestino del vitello» spiega Pistelli, che fino allo scorso anno, dopo due anni di stop per via del covid, era indeciso se continuare o meno la sagra per via della mancanza di disponibilità da parte delle persone.
Nel 2021 la sagra, nonostante il green pass, ebbe abbastanza successo, come sempre d’altronde. «Quest’anno però la festa durerà due giorni, anziché quattro. Ciò è dovuto al fatto che la gente ha offerto la propria disponibilità per l’organizzazione circa un mese fa. Ma se andrà tutto bene e i volontari ci saranno, dal prossimo anno – covid permettendo – torneranno anche musica e spettacoli, che hanno subìto una battuta d’arresto per via del virus».
Intanto, però, siamo tutti pronti per mangiare i panini con le spuntature: li si potranno gustare il 30 e il 31 luglio, mentre nei locali del Circolo – in via Sappanico 24 – sarà allestita una mostra dedicata agli artisti della frazione. C’è chi fa (o faceva) sculture in legno e chi realizzava dipinti. «È una bella cosa tenere viva la memoria e animare la nostra Sappanico», rilancia il presidente Pistelli, che assicura: «Se qualcuno teme il covid, potrà appartarsi con la propria famiglia nei tavolini. Per quanto possibile, cercheremo di osservare il distanziamento».
Ha 63 anni, Fiorenzo Pistelli, ed energia da vendere. Ha iniziato a partecipare alle sagre quando di anni ne aveva 10. «Sono nato a Sappanico. Non in ospedale – precisa – ma proprio a Sappanico, in questa meravigliosa frazione di Ancona che amo. Mi ricordo di quando la sagra veniva organizzata in strada. Le spuntature si cuocevano e si vendevano al momento. Era davvero magico. Da bere? C’era la damigiana di vino con il tubo. Poi, è stato messo a disposizione il parchetto di Sappanico e la sagra è lentamente cambiata».
Sappanico è una frazione di poche anime, che molti anni fa organizzava l’evento di celebrazione delle spuntature tra i vicoli, al di sopra del belvedere che si affaccia sulle campagne marchigiane. Una vista mozzafiato. «All’inizio, questa sagra veniva organizzata tra aprile e maggio. Mi ricordo che il tempo era brutto, ma la pioggia non fermava la voglia della gente di comparare i prodotti. In quei giorni, Sappanico era piena di gente». Tutt’ora, in questo periodo, la gente telefona per sapere se potrà assaggiare le spuntature, impepate in un tiepido panino servito negli stand.
«E i prodotti, va ricordato, sono tutti marchigiani: le spuntature sono di un’azienda del luogo, le salsicce di Zoia provengono dal Poggio e la porchetta (che pare sciogliersi in bocca) è di Offagna». Prima del covid c’erano primi, secondi e contorni, con la musica ad allietare l’atmosfera. Nei piatti c’erano gli gnocchi alla papera, le pappardelle al cinghiale o il coniglio in porchetta. Ora, invece, a causa del virus (e forse dei volontari che scarseggiano), la sagra viene «spalmata nel fine settimana», per garantire una partecipazione ai livelli pre-pandemici. Niente più ricchi menù, oggi, ma solo gustosi panini con porchetta, salsicce, prosciutto e spuntature.
È tuttavia sempre più difficile proseguire con la kermesse, benché a Sappanico nessuno voglia pensare all’eventualità che la sagra non ci sia più, ma Pistelli – che al momento può contare su diversi collaboratori tra cui la figlia Alessia – ha bisogno di ulteriore supporto, altrimenti l’epilogo, per una delle poche sagre delle spuntature rimaste, sarà inevitabile.