ANCONA – Approvata all’unanimità in consiglio regionale, la proposta di legge n. 79 “Sagre di qualità”, ad iniziativa dei consiglieri Minardi, Busilacchi, Giancarli, Traversini, Urbinati, Giacinti, Rapa, Talè e Marconi.
Non si tratta solo di promuovere le realtà e le potenzialità storiche, turistiche ed enogastrononiche dei diversi territori marchigiani, ma anche di garantire l’accesso a tutti, anche alle persone disabili. È questo infatti, uno dei criteri necessari per ricevere la nuova e speciale certificazione della Regione Marche. Gli organizzatori, pertanto, dovranno garantire l’accessibilità alle manifestazioni anche alle persone portatrici di handicap per ottenere il bollino.
A stabilirlo il comma 2 bis dell’articolo 3 della legge regionale sulle “Sagre di qualità”: «La precisazione inserita nella legge è una buona cosa, ma mi auguro che presto non sia più necessario dover specificare simili misure, poiché questo vorrebbe dire che si è compiuto un autentico cambiamento culturale rispetto a questi temi – ha detto il presidente della commissione Affari istituzionali, Francesco Giacinti –. Ricordo, infatti, che il Consiglio ha approvato lo scorso 18 luglio una mozione per l’attuazione della Convenzione Onu sui diritti delle persone con disabilità proprio per favorire la diffusione di una nuova cultura della disabilità e politiche di inclusione. Questo significa – continua Giacinti – che non si dovranno più fare queste differenziazioni tra disabili e non, e che non sarà più necessario, dunque, di volta in volta inserire questo tipo di precisazioni all’interno delle leggi regionali».
Non è tutto: per ottenere la certificazione la legge sulle Sagre di qualità prevede il possesso da parte delle manifestazioni di una serie di requisiti oltre a quello dell’accessibilità. Criteri specifici sulle norme relative ai prodotti enogastronomici utilizzati: il 70% di questi dovrà essere un prodotto locale, ovvero proveniente dalla Regione Marche, prodotto, lavorato e venduto entro 70 chilometri dal luogo della manifestazione. Non si potranno, inoltre, utilizzare prodotti modificati geneticamente e le iniziative dovranno avere una storia di almeno dieci anni.