ANCONA – «Da Cingoli è impossibile vedere la Valle del Chienti, c’è Macerata che copre tutto. Associarla ai nostri territori è impossibile». Così Filippo Saltamartini, il sindaco del paesino maceratese, dà questa spiegazione dopo le dichiarazioni dell’avvocato di Simone Santoleri, il 43enne indagato l’omicidio della madre, la pittrice Renata Rapposelli.
Intanto questa mattina i Ris hanno terminato i prelievi nella casa anconetana della 64enne, trovata morta il 10 novembre a Tolentino, e iniziati ieri (16 novembre). L’abitazione è stata posta sotto sequestro. Domani mattina torneranno i carabinieri per una nuova perquisizione. È possibile che verranno effettuati nuovi sequestri.
Il figlio della donna, ai microfoni della trasmissione “Chi l’ha visto?”, aveva raccontato della telefonata che i carabinieri di Cingoli gli avevano fatto, il 16 ottobre, per segnalare che un amico della madre aveva fatto una denuncia di scomparsa della pittrice. Simone, riferendo di quella telefonata aveva detto «Non so perché mi viene da dire Chienti ma invece è Cingoli». Ancora non era indagato il 16 ottobre e il corpo della madre non era stato trovato. Il ritrovamento del cadavere risale al 10 novembre, a Tolentino, sul greto del fiume Chienti. Dopo la messa in onda di quel lapsus freudiano, l’avvocato Gianluca Carradori aveva spiegato che quel nome era venuto fuori perché lo aveva sentito da lui.
«Riferendomi della telefonata – aveva detto il legale a Centropagina (leggi l’articolo) – mi aveva chiesto dove fosse Cingoli perché lui quel paese non lo conosceva e io gli ho detto che era un borgo da dove è possibile vedere da un versante il mare e dall’altro la Valle del Chienti». Ma non è così, almeno stando a chi abita a Cingoli. «È come accostarlo alla Germania – continua Saltamartini – che sta da tutt’altra parte. Si può vedere fino alla Valle del Musone e scorgere il mare fino a Fano ma non la Valle del Chienti – chi ha detto così ha detto una cosa inesatta».
