ANCONA – È un Gianmarco Tamberi formato Mondiale, quello ammirato domenica sulla pedana di Chorzow, in Polonia, per la Diamonds League di atletica. A un mese circa dall’appuntamento iridato di Budapest, principale obiettivo stagionale per l’anconetano, e alla terza gara della stagione dopo essere tornato alle competizioni meno di un mese fa con il 2.29 dell’Europeo a squadre vinti dall’Italia, il Gimbo nazionale stavolta ha sfoderato una prestazione delle sue, conquistando l’argento con 2.34, non ancora al top, come spiega, ma già allo stesso livello del migliore salto della scorsa stagione, quello di settembre a Zurigo. «L’argento non mi soddisfa mai, sono contento a metà – ha spiegato Gianmarco Tamberi – mi resta un po’ di rammarico perché sapevo di poter saltare qualcosa in più. Purtroppo tecnicamente non sono riuscito a saltare come avrei voluto. Ho fatto passi avanti rispetto all’ultimo mese, ma ho trovato qualche difficoltà perché era la prima volta che provavo tutta la rincorsa. In gara ci sono state un po’ di cose che mi hanno destabilizzato e non sono riuscito a trovare il mio salto, almeno fino alle due prove sul 2.36».
La crescita rispetto all’Europeo a squadre, però, è netta. In mezzo solo il passo falso di Stoccolma con un 2.12 sotto la pioggia che non fa testo, poi questo grande ritorno che mostra la crescita e testa il livello di forma dell’oro olimpico: «Avendo deciso di fare poche gare era fondamentale mettere un bel segno per capire dove siamo. Però questa crescita rispetto a fine giugno me l’aspettavo – ha proseguito Tamberi –. La prima gara rappresenta sempre un’incognita, allora non potevo aspettarmi di fare il miglior salto della stagione, e poi facevo una rincorsa con due passi in meno. Stavolta, invece, ho fatto la rincorsa completa e già ho guadagnato con questo. Poi dalla prima gara abbiamo capito anche alcune cose tecniche che, purtroppo, non siamo riusciti a portare tutte in pedana a Chorzow».
Il suo avversario di sempre e grande amico, Mutaz Barshim, ha vinto la tappa di Diamond League con 2.36, due centimetri più in alto di Gianmarco, che però proprio a quella misura ha dato il meglio di sé: «Quelli sono stati i migliori salti della mia gara. Ci sono andato anche più vicino nella seconda prova, e dunque resta un po’ di rammarico. Ma va bene così, l’argento lascia quella voglia di rivincita che è importante sentire prima dei Mondiali. In questo senso è quasi un vantaggio essere arrivato secondo. A Barshim ho fatto i complimenti, è stato molto bravo, era tanto che non saltava misure sopra i 2,30, ha dimostrato ancora una volta il campione che è. È l’uomo da battere». Ora solo testa e gambe verso i Mondiali di Budapest, tra circa un mese: è l’appuntamento clou della stagione, quello dove Gimbo rinnoverà la sfida a Barshim per contendergli la medaglia d’oro iridata: «Faremo un test il 6 agosto in Germania: l’obiettivo è registrare quelle sensazioni e quegli aspetti tecnici che abbiamo capito ma che ancora non riesco a mettere in pratica con costanza, soprattutto per applicarli a velocità più elevate. Abbiamo capito su cosa lavorare, ed era il passo più difficile».