ANCONA – Perso un anno per i lavori di ripristino della paratia di valle, propedeutici all’avvio del cantiere vero e proprio per il nuovo Inrca. La Direzione dei lavori e la Commissione di collaudo hanno ritenuto che la paratia non fosse «accettabile, in quanto difforme e non realizzata a regola d’arte» ed è stato necessario individuare la soluzione migliore per ripristinarla.
A più di cinque anni dalla prima consegna dei lavori per la realizzazione del nuovo Inrca, a ridosso dell’uscita autostradale di Ancona sud, sono dunque ancora in corso di realizzazione le opere di ripristino della paratia. Perché? Innanzitutto dal 2012 si sono avvicendate quattro ditte a causa di ricorsi amministrativi, liquidazioni coatte e sentenze del Consiglio di Stato, ma un ulteriore intoppo è emerso dopo alcune indagini effettuate ad agosto del 2017. I sondaggi hanno evidenziato problematiche e vizi di realizzazione in corrispondenza della parte sommitale dei pali costituenti la paratia di valle e, dopo un tempo tecnico per individuare la soluzione migliore da adottare, solo ad aprile di quest’anno la Regione ha approvato il progetto esecutivo dei lavori relativi al ripristino della paratia. Questo intervento è stato aggiudicato alla Cooperativa Muratori e Cementisti di Ravenna, associazione temporanea di imprese costituita da Cmc di Ravenna, Ubaldi di Ascoli e ConsCooop di Forlì, subentrata nel 2016 dopo la sentenza del Consiglio di Stato che aveva accolto il ricorso proposto dalla coop. C.M.C., con il conseguente annullamento dell’affidamento dell’appalto all’ATI SALC.
Una volta subentrata la C.M.C, a maggio dell’anno scorso è stato eseguito uno scavo di sondaggio in adiacenza della paratia di valle e la Direzione dei lavori e la Commissione di collaudo hanno ritenuto che la paratia eseguita dall’ATI SALC C.M.C non fosse «accettabile, in quanto difforme e non realizzata a regola d’arte. Le parti sommitali dei pali presentano sovente inclusioni di terreno (tali da determinare la non continuità dei pali stessi), nonché problematiche connesse alle armature e fratture nel calcestruzzo, tali da inficiare le caratteristiche meccaniche dell’intera paratia», come si legge nel documento istruttorio. Per il ripristino la Direzione dei lavori ha evidenziato tre soluzioni tecniche ma, vista l’importanza strategica della struttura (opera di contenimento a monte di un ospedale), la Regione ha deciso di avvalersi di un servizio di certificazione della migliore soluzione tecnica e ha chiesto parere all’ing. Erio Pasqualini.
Un volta ottenuta la certificazione, ad aprile la Regione ha aggiudicato l’esecuzione dei lavori di ripristino alla C.M.C di Ravenna. Secondo Palazzo Raffaello i lavori per la realizzazione del nuovo ospedale termineranno a metà 2020 (circa 70 milioni di euro). Dovrebbero confluire nel nuovo Inrca anche la sede della Montagnola (sebbene nella programmazione regionale non se ne parli nello specifico) e l’ospedale di rete di Osimo, attualmente sotto l’Asur, oltre all’appendice della sede in via Birarelli per la quale, al momento, è previsto lo spostamento in quella di via Persichetti. L’Inrca, dunque, oltre alle funzioni di ricerca scientifica e geriatria, avrà anche quella di ospedale di rete, derivata dall’integrazione del pronto soccorso di Osimo, per la quale sono in corso diversi tavoli tecnici. Nel nuovo polo, con quattro piani e una superficie complessiva di circa 70mila metri quadrati, ci saranno circa 60 posti letto per acuti, oltre ai circa 270 per le post acuzie.