Ancona-Osimo

Sanità tra liste d’attesa e mobilità passiva, Uil Marche: «Così non va»

Ad Ancona l'assemblea regionale della Uil Marche. Tra i presenti, Santo Biondo, segretario nazionale Uil, e di Anna Rea, presidente nazionale dell'Adoc

ANCONA – Quasi 100 giorni per una mammografia, neurologia ed endocrinologia con quasi la metà delle visite urgenti erogate oltre i 10 giorni di attesa. Anche per questo nelle Marche i costi di mobilità passiva superano i 90 milioni di euro con un saldo negativo di 27,7 milioni di euro. Sono alcuni numeri emersi nel corso dell’Assemblea regionale della Uil Marche che si è tenuta ieri, 7 ottobre, all’auditorium Totti dell’Azienda Ospedaliero Universitaria delle Marche alla presenza, tra gli altri di Santo Biondo, segretario nazionale Uil, e di Anna Rea, presidente nazionale dell’Adoc, l’associazione dei consumatori legata alla Uil. Al centro dell’assemblea idee e proposte per una sanità che sappia prendersi cura delle persone e della comunità in un’ottica di prevenzione e non di sola cura. “Prevenire è meglio che curare”, il titolo scelto per l’incontro.

«Contro le tendenze istituzionali, regionali e nazionali che vedono nella sanità un costo – ha detto la segretaria generale della Uil Marche, Claudia Mazzucchelli – è necessaria una rivoluzione nell’approccio per far tornare il Sistema sanitario nazionale, appunto, un servizio alla collettività. Un cambio di approccio urgente in un momento in cui un numero sempre maggiore di famiglie si vede costretta a rinunciare alle prestazioni mediche per motivi economici. Una sanità che invece che al malato guardi soprattutto alla persona in termini di prevenzione, ha come diretta conseguenza una società di cittadini più sani, con costi anche minori su tutta la collettività in termini economici ma anche sociali».

Servirebbe più personale per programmare servizi migliori e abbattere le liste d’attesa. «Ad Ancona inizia il G7 salute e la Uil si propone con un documento programmatico dove si chiede – ha detto Biondo – un piano straordinario di assunzioni in linea con il fabbisogno indicato dai Ssr in ambito ospedaliero e di medicina territoriale. Per fare ciò è necessario eliminare il tetto alla spesa per le assunzioni degli operatori sanitari, bloccato al 2004. Siamo convinti che l’abbattimento delle liste di attesa rappresenti, per tutta l’utenza, la priorità assoluta in materia di salute».

All’incontro hanno partecipato anche Fabio Piacenti (presidente EURES), Rossana Berardi, primario della Clinica Oncologica presso Azienda Ospedaliero Universitaria delle Marche, Adriana Celestini (presidente IOM e Amici dello IOM) e Roberto Amici (presidente comitato partecipazione Inrca).

Secondo il sindacato occorre urgentemente «velocizzare il processo della medicina territoriale perché a tre anni dal Covid siamo ancora in alto mare. Bisogna arrivare in tutti i luoghi, nelle periferie e nei territori più lontani, bisogna raggiungere chi non può permettersi di spostarsi o “emigrare” per le cure. I medici da soli non possono affrontare le nuove sfide della medicina moderna. Servono ospedali e case di comunità, non solo targhe sulle porte ma luoghi fisici ai quali i cittadini possano accedere per bisogni di assistenza sanitaria e socio-sanitaria e non intasare pronto soccorso e ospedali, progetti questi previsti e in molti casi rimasti sulla carta. Per raggiungere questi obiettivi serve uno sforzo collettivo e per questo la Uil Marche apre l’assemblea regionale alla partecipazione di tante voci diverse nella società».