ANCONA – È ormai scontro aperto tra sindacati e politica sul tema del rinnovo contrattuale per medici e dirigenti sanitari. Un contratto fermo a nove anni fa che priva di fatto “medici e dirigenti sanitari dipendenti di un fondamentale strumento di cambiamento delle condizioni di lavoro, che restituisca dignità e sicurezza ai professionisti, oltre che di governo e di innovazione del sistema” come si legge nella nota diramata da Anaao Marche.
«Mentre il rinnovo per i medici è ancora in alto mare – spiega il segretario provinciale Fials Claudio Acacia – quello per i dirigenti amministrativi è in via di definizione». Per questo i sindacati sono sul piede di guerra e minacciano lo sciopero generale che potrebbe essere indetto per il mese di novembre, se la situazione non si dovesse sbloccare prima.
«La novità che riguarda il contratto dei dirigenti amministrativi – spiega Acacia – è quella che non faranno più parte del comparto sanità dal quale usciranno per confluire nel contratto degli enti locali e delle regioni».
Dura la posizione del segretario regionale Anaao Marche Oriano Mercante: «La situazione ormai è insostenibile – spiega – e in tutti i territori comprese le Marche, abbiamo stabilito di valutare, insieme con le altre Organizzazioni sindacali, in caso di persistente assenza di soluzioni positive, la dichiarazione dello stato di agitazione, insieme con ogni altra utile iniziativa, compresa una manifestazione nazionale che porti in piazza il disagio non più sopportabile delle nostre categorie, fino a 72 ore di sciopero nazionale entro il mese di novembre 2018».
Condizioni di lavoro in peggioramento per medici e dirigenti sanitari, come si legge nella nota di Anaao Marche, che stanno alimentando la fuga dagli ospedali verso la sanità privata e verso quella convenzionata. Non solo. Secondo Anaao le condizioni di lavoro non stabili nelle quali sono costretti ad operare medici e dirigenti, inquinerebbero la relazione di cura con il paziente e sarebbero responsabili anche di “episodi crescenti di aggressività verbale e fisica, quali quelli che si registrano ogni giorno in tutte le aree del paese. Migliaia di ore di lavoro non pagate né recuperate, turni senza fine, obblighi di riposo non rispettati, orario di lavoro abusato, ferie accumulate, rischio clinico in crescita esponenziale, burocrazia asfissiante sono fattori che alimentano la fuga dei medici dal sistema ospedaliero”.
Un situazione che va a sommarsi ”alla gobba previdenziale che nei prossimi cinque anni vedrà in pensione 35.000 dirigenti medici e circa 7.000 dirigenti sanitari (Psicologi, Farmacisti, Biologi, ecc.)” spiega Anaao Marche.
«Il crescente disagio professionale non può trovare soluzione in assenza di uno strumento contrattuale che consenta di recuperare ruolo e dignità del lavoro che svolgiamo a garanzia di un diritto costituzionale – ha aggiunto Oriano Mercante – ed occorrono interventi urgenti per arrestare l’impoverimento e la dilagante demotivazione professionale e rendere le condizioni di lavoro compatibili con livelli retributivi inchiodati al 2010. Nelle Marche – spiega il segretario Anaaso – le priorità sono la stabilizzazione del personale precario e le nuove assunzioni per 600 operatori».
Una carenza, quella di medici, che riguarda diverse specializzazioni. «I concorsi per Pediatria, Anestesiologia, Medicina e Chirurgia d’urgenza hanno pochissimi partecipanti e questo crea grandi difficoltà» – insiste Mercante. «Andrebbero rivisti i criteri per la formazione post laurea e adottate soluzioni che sanino una situazione destinata ad aggravarsi. All’emergenza si risponde con provvedimenti eccezionali».