Ancona-Osimo

Sanitari non vaccinati, scatta la raccolta fondi. Palladino (Laisa): «Per restituire dignità a chi è stato sospeso»

Il "Fondo dignità" per i sanitari rimasti senza stipendio perché sospesi in quanto non vaccinati, con mutui sulle spalle e figli. Già donati 4mila euro a due famiglie rimaste senza reddito perché entrambi i coniugi sono stati sospesi

Enzo Palladino, presidente nazionale e regionale Laisa

ANCONA – Attivata una raccolta fondi nelle Marche per sostenere i sanitari sospesi dal lavoro e rimasti senza stipendio perché non vaccinati contro il Covid. Lo rende noto Enzo Palladino, infermiere non vaccinato, presidente nazionale della Laisa, sindacato lavoratori indipendenti della salute. Si tratta di un «“Fondo dignità” il cui obiettivo è quello di sostenere chi è rimasto senza stipendio solo perché ha scelto di non vaccinarsi e ha mutui da pagare o una famiglia sulle spalle» spiega il sindacalista, nel sottolineare che per ora l’iniziativa interessa solo le Marche.

«Qualche tempo fa – racconta – sono stato contattato da alcune persone che con grande generosità volevano aiutarmi economicamente dopo aver appreso della mia sospensione dal lavoro, ma ho spiegato loro che ci sono famiglie che attraversano difficoltà maggiori delle mie, mi riferisco a quei casi in cui marito e moglie sono entrambi sanitari e non essendo vaccinati sono rimasti senza stipendio. Da qui è nata l’idea di questo fondo, il cui obiettivo è restituire dignità a queste persone che hanno figli e mutui da pagare, ma che non possono più contare su un reddito. Io ho preferito rinunciare e restare fuori dal fondo, perché ho considerato più importanti le esigenze di altri amici e colleghi».

Palladino spiega che è stata costituita una «Commissione nel rispetto della volontà dei donatori-sostenitori, la quale ha il compito di individuare i beneficiari del sostegno e che a titolo gratuito, elargirà le somme a chi ne ha più bisogno. Chiaro che tra i criteri per l’assegnazione del contributo si prediligono le famiglie dove sono stati sospesi marito e moglie, piuttosto che un single, la presenza di mutui e figli».

Il sindacalista difende la scelta di medici, infermieri, Oss e tecnici che hanno scelto di non vaccinarsi contro il virus «e che ora si vedono discriminati solo perché hanno voluto decidere cosa fare del proprio corpo. Non siamo dei criminali, siamo delle persone serie e oneste e il più delle volte abbiamo un excursus professionale di tutto rispetto. Siamo quegli stessi professionisti che hanno operato in prima linea con grande spirito di abnegazione nel primo periodo del Covid19, quando poco, o nulla, si conosceva sui rischi e pericoli che questa malattia potesse arrecare a chi lavorava nelle strutture sanitarie e con scarsa dotazione di dispositivi di protezione individuale».

Per veicolare la raccolta fondi, è stata aperta una pagina Facebook denominata “Enzo Palladino Per La Dignità dei Sanitari” dove «chi vuole donare anche un euro può farlo. Ad oggi abbiamo raccolto 5 mila euro, 4 mila dei quali li abbiamo già donati a due famiglie (2 mila euro ciascuna) rispondenti ai requisiti che abbiamo individuato, mentre 1.000 euro per ora sono rimasti nel fondo cassa».

Palladino fa sapere che la raccolta fondi potrà sostenere con formula «una tantum anche il personale di altri comparti che non riesce a pagare le bollette o mutui, persone che nessuno sta aiutando. “Ieri l’altro” c’è stato un terremoto, tutti spendevano grosse parole commentando le condizioni dei poveri terremotati lasciati senza casa e al freddo – osserva – , dimenticandosi del terremoto, sono arrivati i barconi con immigrati e tutti ad esprimere solidarietà nei confronti di quanti scappano dalla povertà. Oggi, dimenticandosi dei terremoti e dei barconi, è il turno dei profughi e tutti a prodigarsi per chi scappa dalla guerra, ma niente invece per i sanitari che hanno rischiato la vita negli ospedali e nelle strutture sanitarie».

Parlando dell’obbligo vaccinale Palladino rimarca che «le motivazioni del rifiuto del vaccino sono diverse e tutte rispettabili, specialmente se si tiene in debita considerazione il fatto di voler garantire ad ogni cittadino la facoltà di poter decidere liberamente cosa fare del proprio corpo: motivi giuridici, religiosi, di paura sono solo alcuni esempi».

«La forte burocratizzazione nell’applicazione dei Decreto Legge 44 – aggiunge – ed il primo termine di durata della sospensione fissato al 31 dicembre 2021 ha indotto il personale sanitario in questione a porsi forti limitazioni (come se non bastassero quelle previste dallo Stato) ed affrontare grossi risparmi per “sopravvivere” fino alla data citata. Sospensione mutui, privazione di ogni forma di vita sociale, richieste di piccoli prestiti a parenti ed amici sono state le principali strategie di “sopravvivenza” – spiega -. ln effetti le prime sospensioni di massa hanno avuto luogo a partire dal mese di agosto 2021 e i risparmi iniziati dal primo aprile facevano ben sperare di poter vivere dignitosamente fino al 31 dicembre dello stesso anno. Successivamente una ulteriore “stangata” normativa ha protratto il termine sospensivo, prima fino al 15 giugno 2022 ed in seguito, per il momento, fino al 31 dicembre 2022. Ciliegina sulla torta, per gli over 50, anche una sanzione di 100 euro. Quest’ultimo termine solo per il personale sanitario. Diversi sono stati i ricorsi alla giustizia civile . conclude – ed amministrativa, con ulteriori dispersioni di risorse economiche nel tentativo di vedersi riconoscere un danno subito per un trattamento ritenuto ingiusto»