Ancona-Osimo

«Sbloccate SSM2020», gli specializzandi in Medicina fanno sentire la loro voce

Sono scesi in piazza ad Ancona per chiedere il concorso statale per le Scuole di Specializzazione. A parlare a nome di tutti è stato il dott. Andrea Dedato

Manifestazione 3
Il grido degli specializzandi in Medicina riuniti in Piazza Cavour

ANCONA – Con ordine e fermezza, nel rispetto dei protocolli vigenti, gli specializzandi di Medicina tornano a far sentire la loro voce in merito allo sblocco del concorso statale per le Scuole di Specializzazione in Medicina 2020. Lo hanno fatto questa mattina (9 dicembre) da Piazza Cavour ad Ancona dove è stato ribadito il malcontento circa i quasi 24mila medici tenuti bloccati dalle lungaggini della burocrazia in un periodo tanto delicato per il sistema sanitario italiano.

Andrea Dedato, medico USCA

A prendere la parola, a nome dei presenti, è stato il dott. Andrea Dedato medico USCA (Unità speciali di continuità assistenziale), team di medici territoriali che gestiscono a casa i pazienti affetti da Covid-19 che non necessitano di ricovero ospedaliero:

«Siamo qui per protestare contro l’ennesimo rimando delle date. I giovani medici vogliono rispetto per la loro figura, siamo professionisti e non studenti come spesso veniamo definiti. Essendo professionisti spesso riscontriamo trattamenti non adeguati da parte di chi ci dovrebbe rappresentare».

Un’immagine della manifestazione

Ancora: «Il percorso di medicina è lunga, dura in media sei anni e poi si continua con l’abilitazione perchè il medico non specializzato non può lavorare in Ospedale. In Italia non mancano medici, mancano specialisti. A seconda della strada che uno sceglie, la specializzazione dura una serie di anni ma prima è necessario superare un concorso nazionale ed è qui che si crea l’imbuto formativo. Le borse messe a disposizione sono sempre molte di meno rispetto ai medici, per rendere un’idea a fronte di 24.500 medici c’erano 14.000 borse. Questo problema ogni anno si ripropone e si ingigantisce».

Gli specializzandi contro l’imbuto formativo

In conclusione lo scenario che va evitato secondo i giovani medici: «Chi resta fuori dalle graduatorie diventa camice grigia, apre la partita Iva, lavora a cottimo con poche tutele e, nei casi più estremi, è costretto ad espatriare. Abbiamo già parlato a lungo di questo pericolo, anche nelle precedenti manifestazioni».