ANCONA – È tornato il numero uno al mondo, Tommaso Marini. Dopo gli ultimi appuntamenti europei, soprattutto dopo l’oro di Basilea che gli ha consegnato il primo titolo continentale della sua carriera sportiva, l’anconetano del Club Scherma Jesi e delle Fiamme Oro è balzato nuovamente in cima al ranking mondiale, quello che lo aveva già visto primeggiare prima dell’infortunio alla spalla e della conseguente operazione. Evidentemente Tommy s’è ripreso più che bene, visti i risultati del 2024, il titolo europeo e questo nuovo primato, davanti all’americano Nick Itkin e al cinese di Hong Kong Ka Long Cheung che lo precedevano nel ranking mondiale fino a pochi giorni fa.
Curiosamente, un anno fa ai Mondiali di Milano Marini ha conquistato il titolo iridato proprio contro lo statunitense Itkin, imponendosi in finale per 15-13. Ci riproverà nel 2025 a Tbilisi, visto che i Mondiali si disputano ogni due anni, ma intanto sono in arrivo le Olimpiadi di Parigi e Tommaso Marini, che nei giorni scorsi è partito per il ritiro con la Nazionale, al centro di preparazione olimpica Giulio Onesti di Roma, ne parla proprio dal ritiro azzurro. Con vista sull’appuntamento a cinque cerchi.
«Sono molto felice di essere tornato in cima al ranking – dice Tommaso Marini –, non è una cosa nuova per me, è un posto dove mi sento a mio agio, per ora è giusto così».
Per ora, perché l’Olimpiade si avvicina. Ma in Marini c’è grande consapevolezza, dopo aver superato così brillantemente l’intervento alla spalla: «Non era una cosa scontata tornare il numero uno e il fatto di aver avuto la consapevolezza, dopo l’infortunio, di essere tornato più o meno quello di prima è stato sicuramente un bel traguardo. Ora manca l’ultimo pezzetto, la parte più difficile, quella che continuerò ad affrontare come ho sempre fatto, con la stessa filosofia».
Numero uno, ma non necessariamente il favorito per il titolo olimpico: «Non il favorito, ma uno di quelli, non certo l’unico. Anche se non fossi stato primo sarei stato uno di quelli, non lo so. Nella scherma c’è così tanta concorrenza tra i primi dieci-sedici al mondo, che tutti potrebbero essere ottimi candidati, vedremo».
Alle Olimpiadi di Tokyo era partito come riserva, poi è tornato a casa. Adesso a Parigi ci andrà da protagonista, ma capace di scrollarsi dalle spalle gran parte della pressione che lo attende in pedana: «Non mi sento sotto pressione, ovviamente c’è un po’ d’ansia, ma quella ce l’hanno tutti. L’Olimpiade è un grande evento, una gara molto particolare, non la più veritiera, perché ci sono tanti fattori in quel giorno, l’emozione, il fatto che si debbano aspettare quattro anni per essere lì. Bisogna essere forti dal punto di vista emotivo. Penso di essere un atleta che ha sempre gestito bene la pressione. Perché per me viene sempre prima la persona dell’atleta. Se si vince bene, se si perde non muore nessuno. Ma se vincerò più medaglie possibili ne sarò felicissimo».
Marini resterà in ritiro con la Nazionale ancora una settimana, poi qualche giorno a casa, poi di nuovo in ritiro azzurro dal 15 al 22 luglio. Quindi la partenza per Parigi il 24 o il 25.
Il 29 luglio la prova individuale di fioretto, il 4 agosto quella a squadre.