I segretari generali di Cgil Marche e Uil Marche, Giuseppe Santarelli e Claudia Mazzucchelli, in vista dello sciopero generale proclamato per venerdì 17 novembre hanno inviato una lettera aperta ai parlamentari marchigiani per illustrare loro le ragioni della protesta. Ecco di seguito il testo.
«Gentilissimi, CGIL e UIL delle Marche, in linea con quanto deciso dagli organismi nazionali delle rispettive Organizzazioni Sindacali, hanno proclamato il 17 novembre 2023, uno sciopero generale regionale di otto ore, a cui si aggiungono gli scioperi nazionali di Pubblico impiego e Trasporti previsti per lo stesso giorno, allo scopo di poter dare un segnale forte e chiaro rispetto all’impostazione della Legge di Bilancio che considerano sbagliata su alcuni aspetti fondamentali come il lavoro, senza interventi efficaci per la sicurezza e per combattere l’emergenza salariale, la sanità, il fisco, le pensioni, le politiche industriali e di sviluppo che devono delineare il futuro dei nostri giovani. Le organizzazioni sindacali per affrontare la drammatica emergenza salariale chiedono da tempo, attraverso piattaforme unitarie, di aumentare stipendi e pensioni, di rinnovare i contratti nazionali rafforzando il potere d’acquisto anche detassando gli aumenti, con particolare attenzione ai giovani e alle donne che si trovano ancora a subire un ingiusto divario salariale»
«Il futuro del nostro Paese si costruisce attraverso politiche che rafforzano il percorso di istruzione, formazione e lavorativo dei nostri giovani: per questo servono politiche sinergiche e mirate al successo formativo dei ragazzi, garantendo il diritto allo studio attraverso investimenti per servizi, alloggi e borse di studio, va contrastata la precarietà e favorito il lavoro a tempo indeterminato e di qualità; va introdotta una pensione contributiva di garanzia. Al tragico bilancio delle morti sul lavoro e degli infortuni, che colpisce particolarmente i giovani , occorre rispondere aumentando gli investimenti sulla “Salute e sicurezza” e non voltandosi dall’altra parte dopo l’ennesimo dramma. Una Legge di Bilancio che garantisca ai cittadini presidi essenziali di democrazia quali infrastrutture, scuola e soprattutto sanità dovrebbe presupporre una vera lotta all’evasione fiscale per recuperare le risorse necessarie: occorre dire basta alle sanatorie, basta ai condoni e basta premiare settori economici che presentano una propensione all’evasione fino al 70%. Occorre un’indicizzazione automatica all’inflazione delle detrazioni da lavoro e da pensione e va promosso un fisco progressivo, abbandonando definitivamente l’idea sbagliata della Flat tax».
«Occorre riportare all’interno della base imponibile Irpef tutti i redditi oggi esclusi e tassati separatamente con aliquote più basse; infine, occorre tassare gli extraprofitti e le transazioni finanziarie perché questo è uno strumento di redistribuzione della ricchezza e di equità. Per Cgil e Uil, è fondamentale difendere e rilanciare il servizio sanitario nazionale anche aumentando i livelli salariali degli addetti. Approvare un piano straordinario di assunzioni nella sanità e in tutti i settori pubblici della conoscenza, finanziare le leggi su non autosufficienza e disabilità, aumentare le risorse per il trasporto pubblico locale, rifinanziare il fondo sostegno agli affitti, sono temi centrali in una politica economica seria, cosa invece di cui non si trova traccia nella legge di bilancio».
«Sulle Pensioni, per Cgil e Uil, è necessario approvare una vera riforma che superi la legge Monti‐Fornero garantendo la piena tutela del potere d’acquisto delle pensioni in essere: la legge di bilancio così com’è, invece, restringe le già limitate misure di flessibilità in uscita (Quota 103, Opzione donna, Ape sociale); taglia i futuri assegni dei pubblici e la rivalutazione delle pensioni in essere e di fatto stabilendo dal 2024 le uscite per tutti con i 67 anni di vecchiaia, i 42 anni e 10 mesi di anticipata (uno in meno per le lavoratrici) e i 71 anni per giovani e donne nel sistema contributivo. Il futuro del nostro Paese passa anche attraverso una politica che guardi allo sviluppo con particolare attenzione alle politiche industriali: serve un progetto condiviso e una strategia che preveda interventi a breve e a lungo termine con una Governance pubblica in grado di affrontare le crisi vecchie e nuove, puntando sulla transizione ambientale ed energetica, riconvertendo e innovando il nostro sistema produttivo governando i processi di digitalizzazione, difendendo e incrementando la qualità e la quantità dell’occupazione a partire proprio dal nostro territorio regionale che ha perso punti di PIL e si è visto inserire tra le regioni in transizione».
«Questi, dunque, i motivi ed i temi che CGIL e UIL pongono al Governo come imprescindibili per una ripresa forte del Paese, economica ma soprattutto sociale, che non può prescindere da un serio e stabile confronto tra Governo e parti sociali. Un appello a Voi affinché possiate modificare in fase di discussione parlamentare la Legge di Bilancio rendendola più equa ed inclusiva, capace di migliorare le condizioni di vita e di lavoro dei cittadini italiani»