ANCONA – Stato di agitazione nella giornata di oggi – 11 ottobre – per trasporto, scuola e uffici pubblici. Lo sciopero indetto dai sindacati COBAS, CUB, SGB, USB, USI CIT, CIB UNICOBAS, CLAP, FUORI MERCATO,FLMU e SOA, insieme a ORSA, USI EDUCAZIONE, USB VVF, USB PI, SIDL e CUB SUR. Sblocco dei licenziamenti, contratti a tempo indeterminato, rilancio salariale e parità salariale per le donne, sono alcuni dei temi messi sul tavolo dai sindacati.
A fermarsi sono i trasporti (treni, aerei, autobus, metro, traghetti), ma anche scuola e uffici pubblici. Anche Conerobus aderirà allo sciopero nazionale: lo stop riguarderà le fasce orarie dalle 8,30 alle 17 e dalle 20 fino al termine del servizio. In questi orari precisa l’azienda «potrebbero non essere garantite tutte le corse in partenza dal capolinea», ma restano esclusi dallo sciopero i servizi per disabili e gli scuolabus.
Si fermano anche i treni di Trenitalia e di Italo, sia a media che a lunga percorrenza. Trenitalia ha assicurato che espleterà i servizi minimi di trasporto e che i treni che si trovano in viaggio a sciopero iniziato arriveranno comunque a destinazione, se raggiungibile entro un’ora dall’inizio dell’agitazione sindacale.
Italo dal canto suo ha garantito che il 50% dei servizi programmati in fascia di sciopero arriveranno comunque a destinazione. Nell’ambito del trasporto regionale, sono garantiti i servizi essenziali nelle fasce orarie di maggiore frequentazione: dalle ore 06:00 alle ore 09:00 e dalle ore 18:00 alle ore 21:00 dei giorni feriali.
Sul fronte dell’agitazione legata al mondo della scuola, Angelo Marcelli, insegnante e membro dell’Esecutivo Nazionale dei Cobas comitati di base della scuola, spiega che tra i punti rivendicati con lo sciopero c’è un no netto alle classi pollaio, le cui criticità sono state rese ancor più evidenti con la pandemia di Covid, e la richiesta di un piano assunzionale «degno di questo nome» che vada a rimpinguare le schiere di insegnanti impegnati nelle scuole, dal momento che il personale aggiuntivo Covid «non è sufficiente».
Fondamentale per i sindacati, attuare interventi di edilizia scolastica, per avere aule più ampie, soprattutto per mettere in sicurezza gli edifici scolastici ubicati in strutture antiche, con aule poco luminose, fredde, e piccole, dove sono stipati anche più di 25 bambini, ma «il virus ci ha insegnato chiaramente che serve più spazio». Accanto a questo il rinnovo contrattuale e interventi stipendiali.
«Insieme ai sindacati di base – spiega Marcelli- abbiamo dichiarato più volte che per fronteggiare il virus la vaccinazione è uno strumento fondamentale, ma siamo fortemente contrari al Green pass, che è di fatto un obbligo vaccinale indiretto». Secondo il sindacalista occorre fare in modo, quantomeno, che i tamponi siano gratuiti, per evitare discriminazioni fra i lavoratori con minori possibilità economiche.
Ricordiamo che il Green pass si ottiene con la vaccinazione, la guarigione dal virus o con l’esito negativo di un test anti Covid. I Cobas, in vista della data del 15 ottobre, quando andrà in vigore la certificazione verde obbligatoria per tutti i luoghi di lavoro, daranno avvio a 4 vertenze pilota nel mondo della scuola: 4 membri dell’esecutivo nazionale Cobas scuola si faranno sospendere come azione dimostrativa e poi ricorreranno al giudice del lavoro. L’obiettivo è quello di portare l’istituto della certificazione verde «davanti ad un giudice del lavoro per verificarne i principi di costituzionalità».