ANCONA – Il 16 marzo 2017 era finito in manette per violenza sessuale aggravata. Due gradi di giudizio lo avevano condannato a due anni e quattro mesi e su di lui pendeva il ricorso in Cassazione. Ora i giudici supremi hanno ritenuto inammissibile il ricorso e la condanna confermata in secondo grado è diventata definitiva. Va in carcere il bidello anconetano, di 68 anni, che nel 2017 venne arrestato dai carabinieri di Brecce Bianche con l’accusa di avere compiuto atti sessuali su alcune studentesse minorenni.
A denunciare i palpeggiamenti e i “baci proibiti” del bidello furono tre ragazze tutte minorenni. Gli inquirenti ascoltarono in gran segreto le adolescenti e le altre persone in grado di ricostruire i fatti. La difesa del bidello aveva fatto ricorso in Cassazione dopo la condanna in secondo grado ma i giudici supremi hanno ritenuto inammissibile il ricorso. Pertanto ieri pomeriggio, martedì 17 settembre, i carabinieri hanno dato esecuzione alla sentenza portando l’uomo a Montacuto.
Una delle ragazze coinvolte nei terribili fatti raccontò tutto ai genitori che andarono dai militari della Stazione di Brecce Bianche per denunciare le violenze e si aprì in tal modo uno scenario molto più vasto di quello inizialmente immaginato.
Le indagini avviate dal comandante Giuseppe Caiazzo produssero risultati investigativi. Il bidello molestava le ragazze principalmente all’interno dell’ascensore e in uno stanzino della scuola dove – certo di non essere visto, si lasciava andare ad atteggiamenti inequivocabili, toccava le ragazze, lasciandosi andare ad apprezzamenti molto spinti e a carezze proibite, comportamenti che per la legge italiana configurano il reato di violenza sessuale.
I carabinieri, per poter provare quanto dichiarato dalle minorenni, disseminarono di telecamere l’istituto scolastico, iniziando a controllare i movimenti ed i comportamenti del bidello e, proprio grazie alle telecamere ed alle microspie installate, riuscirono a raccogliere elementi gravi a suo carico.
Al bidello, visto il ruolo ricoperto, fu contestata l’aggravante di aver compiuto ripetuti atti sessuali con ragazze – minori dei sedici anni, che gli erano state affidate per ragioni di educazione e istruzione. Lo stesso, dopo aver trascorso un periodo agli arresti domiciliari, fu immediatamente allontanato dall’istituto scolastico. Attualmente era senza occupazione.
Il bidello si è sempre difeso negando i fatti spinti ma parlando piuttosto di atteggiamenti affettuosi mal interpretati dalle ragazzine che si sarebbero lasciate condizionare.