ANCONA – «Io propongo una netta discontinuità rispetto a chi ha gestito il partito fino ad oggi. La notizia è che il Congresso si farà. Sembrava fosse stato cancellato dalla pervicace volontà di arrivare a una candidatura unica, e invece ci sarà un confronto e già questo è un fatto positivo perché il Partito democratico delle Marche torna a discutere». Ha esordito così Paolo Petrini, ex assessore regionale ed ex deputato, che ieri pomeriggio, giovedì 8, all’Informagiovani di Ancona ha presentato la sua candidatura alla Segreteria regionale del Pd e la sua corsa verso le primarie del 2 dicembre nelle quali sfiderà nel segno della “discontinuità” Giovanni Gostoli, segretario provinciale di Pesaro.
In platea c’erano molti amministratori Pd che sostengono Petrini: dai sindaci Valeria Mancinelli (Ancona), Romano Carancini (Macerata) e Francesco Fiordomo (Recanati) al presidente del Consiglio Regionale Antonio Mastrovincenzo. E ancora gli ex parlamentari Emanuele Lodolini e Piergiorgio Carrescia e la terza candidata alla segreteria regionale Loredana Pistelli che all’ultimo ha deciso di non presentare la candidatura.
«È in corso una crisi sentimentale con l’elettorato del Pd – ha detto Petrini – e il gruppo dirigente è stato bocciato radicalmente, anche alle ultime elezioni politiche. Da questo tipo di bocciatura dobbiamo riprenderci, tornare a studiare e rimetterci in sesto per poter tornare ad essere un punto di riferimento per tutti coloro che vogliono trovare soluzioni utili per la cosa pubblica perché di questo ci occupiamo. Io credo ed è anche il motivo per cui ho accettato di candidarmi che se nessuno fa niente, verremo meno a quello a cui abbiamo creduto per tanti anni, quindi non mi voglio sottrarre a sfide che possono essere anche difficili. Il coraggio lo dobbiamo riacquistare con la serenità di chi considera la politica l’unico modo per poter migliorare la qualità di vita delle persone».
Petrini ha ricordato «gli eventi eccezionali che hanno trasformato radicalmente la regione, non solo il terremoto, ma anche le difficoltà economiche. Di fronte a questa situazione eccezionale, il Pd in questi anni come ha risposto? Non ha risposto. Il nostro partito regionale non c’è stato, ha vissuto una sospensione, un congelamento, semplicemente non è esistito, non ha svolto alcun ruolo. Quello che è accaduto dopo l’ultimo congresso del 2013, non deve accadere più. Davanti a noi c’è un territorio nuovo e di fronte a tutto ciò va elaborata una visione chiara con soluzioni e progettualità. C’è bisogno di un sforzo corale e se questo non parte da un partito politico è difficile che il singolo amministratore, fosse anche molto bravo, riesca ad affrontare e risolvere i problemi. C’è bisogno di un confronto con tutti gli attori dello sviluppo, tra cui l’Università, la scuola e le associazioni di categoria. Credo che la vita di un partito possa ancora avere un senso se interpretata in questa maniera. I legami che noi abbiamo con la società si sono allentati notevolmente e li dobbiamo riallacciare, così come è necessario ricreare la fiducia insieme alla passione e all’entusiasmo. Quindi se un Congresso può servire a questo, credo faccia il suo dovere».
Petrini sostiene l’utilità delle Primarie. «Le Primarie – ha detto – servono per far capire che siamo davvero disponibili a rimetterci in discussione e confrontarci su tutto, servono a rilegittimare un’intera classe dirigente».
Per l’assessore regionale al Bilancio Fabrizio Cesetti, invece, «le incomprensibili prese di posizione di Petrini fanno male al partito, alle politiche regionali, alla politica stessa. È un esercizio inutile, non propositivo, anzi soltanto dannoso. Se vuole trasformare le primarie in un referendum sull’operato del presidente Ceriscioli e della sua giunta, si rassegni pure. Il giudizio c’è ed è assolutamente positivo. Ceriscioli sarà il nostro prossimo candidato e il prossimo presidente della nostra regione». «Il nostro Congresso – continua – ha senso solo se lo intendiamo come occasione propositiva di confronto e per sostenere quanto di buono ha fatto il governo regionale in questi anni. Abbiamo lavorato non bene, benissimo, in condizioni sfavorevoli, inedite, direi drammatiche, a partire dall’emergenza terremoto che abbiamo affrontato in maniera esemplare, per non parlare delle tante altre crisi che hanno colpito la nostra regione e che abbiamo ereditato; da quella del credito con Banca Marche, a quella dei distretti produttivi, a quella infrastrutturale, su tutte Aerdorica, alle quali con determinazioni ed efficacia il governo regionale, ha dato e sta dando le risposte attese. Il tutto senza dimenticare quanto fatto nella sanità, dove abbiamo dato risposte concrete con scelte precise e investimenti mirati nell’esclusivo interesse del territorio e dei cittadini. Ora tutti insieme, uniti, sia pur nel rispetto delle legittime visioni personali, in questi ultimi diciotto mesi che ci separano dalle elezioni dobbiamo lavorare per continuare a servire il nostro territorio come merita».
Cesetti ribadisce il suo sostegno a Gostoli proprio «in nome di quell’unita di cui il partito ha assoluto bisogno» e chiede a Petrini di «mettere in campo la sua importante esperienza per sostenere l’azione del governo regionale, per guardare ad un progetto ben più alto, che soffermarsi piuttosto su questioni minime, primarie comprese, che possono solo far del male e non portare a nulla se non a sterili dibattiti interni di cui il nostro partito e la nostra regione non sentono certo il bisogno».