Ancona-Osimo

Sette pietre d’inciampo per ricordare le vittime anconetane dell’olocausto

Le nuove installazioni sono state realizzate dall’artista tedesco Gunter Demnig e sono state collocate in via Isonzo, in via Astagno e in via Santa Margherita a ricordo di Dante Coen, Guido Lowenthal, Eugenia Carcassoni, Elsa Zamorani, Achille Guglielmi, Gino Guglielmi e Gino Tommasi. Saranno svelate il 25 gennaio con una cerimonia

Pietre d'inciampo in via Astagno (Foto: Comune di Ancona)

ANCONA – Sette pietre d’inciampo installate in via Astagno, in via Santa Margherita e in via Isonzo per ricordare le vittime anconetane dell’olocausto: Dante Coen, Guido Lowenthal, Eugenia Carcassoni, Elsa Zamorani, Achille Guglielmi, Gino Guglielmi e Gino Tommasi. Le nuove installazioni sono state realizzate dall’artista tedesco Gunter Demnig lo scorso 11 gennaio e saranno svelate il 25 gennaio con una cerimonia alla presenza delle autorità cittadine e di una rappresentanza delle scuole.

Gunter Demnig, artista tedesco

I sette sanpietrini ricoperti di ottone con inciso il nome della vittima si aggiungono alle due già posizionate lo scorso anno ad Ancona. Questa volta le pietre d’inciampo, monumento diffuso alla memoria della deportazione e della barbarie nazifascista, sono state poste in via Astagno per ricordare Dante Coen morto a Buchenwald nel 1945, Guido Lowenthal morto ad Auschwitz nel 1944 e Eugenia Carcassoni morta ad Auschwitz data incerta; in via Santa Margherita a Villa Gusso per ricordare Elsa Zamorani, morta ad Auschwitz nel 1944, Achille Guglielmi, morto durante l’arresto nel 1943 e Gino Guglielmi,  morto ad Auschwitz nel 1944; in via Isonzo per ricordare Gino Tommasi, morto a Mauthausen nel 1945.

«La pietra d’inciampo non è solo un intervento sulla memoria individuale e collettiva. Essa ci ricorda che è anzitutto la nostra vita a proseguire per inciampi, ad aver bisogno di tutta la veglia che possiamo dedicarle, a dover contare su segni capaci di dirci da dove veniamo e quindi chi siamo, cosa possiamo fare, in quali abissi possiamo cadere. Installare una pietra d’inciampo è un gesto di costruzione del futuro» afferma l’assessore alla Cultura, Paolo Marasca.

Nelle Marche lo scorso anno ne sono collocate tre: due ad Ancona alla memoria di Giacomo e Sergio Russi in via Saffi e di Ferruccio Ascoli in Corso Amendola. La terza è stata posizionata ad Ostra Vetere per ricordare Gaddo Morpurgo. Il progetto “Pietre di inciampo” è nato all’interno del Tavolo sulla Memoria, costituito dall’Assemblea legislativa delle Marche e promosso con l’Istituto di Storia delle Marche, la Comunità ebraica, l’Anpi, la Rete universitaria per il Giorno della Memoria, l’Ufficio scolastico regionale, Anci, Anmig, Comune di Ancona.

Le installazioni di Demnig (Pietre di inciampo, Stolpersteine in lingua madre) sono sanpietrini di piccola dimensione ricoperte di ottone con un’incisione che ricorda nome, data di nascita e di morte della vittima, in molti casi anche il luogo della deportazione. Questi monumenti diffusi della memoria hanno reso celebre Demnig nel mondo e mantengono viva la memoria dell’olocausto e della barbarie di quella terribile fase storica. In venticinque anni sono state circa 63mila le pietre di inciampo collocate in almeno 21 Paesi.