Ancona-Osimo

Ad Ancona arriva “Sharper”

La Politecnica delle Marche e l'Università di Macerata insieme per l'iniziativa che ha come fine quello di far conoscere in cosa consiste il lavoro di ricercatore. Parte da Perugia e toccherà 11 città italiane tra cui il capoluogo dorico

Il progetto “Sharper: Notte Europea dei Ricercatori”, organizzato dall’Università Politecnica delle Marche con il coinvolgimento dell’Università di Macerata, è stato approvato dalla Commissione Europea. Avrà durata di un anno e toccherà 11 città italiane tra cui Ancona (Cagliari, Catania, L’Aquila, Macerata, Napoli, Nuoro, Palermo, Pavia, Perugia e Trieste).

Per questa edizione gli universitari della Politecnica delle Marche sono affiancati anche dall’Università di Macerata con il comune fine di portare avanti la sfida di Sharper nell’allargare la ricerca al grande pubblico e farla uscire dai soliti ambienti in cui solitamente viene svolta.

«Siamo orgogliosi del fatto che la Commissione abbia valutato eccellenti le attività con le quali abbiamo immaginato di coinvolgere il grande pubblico nella scoperta del mondo della ricerca – ha dichiarato il responsabile del progetto Leonardo Alfonsi di Psiquadro – e ci riempie d’entusiasmo il riconoscimento del valore di una rete nazionale di oltre 100 partner culturali».

SHARPER significa SHAring Researchers’ Passions for Evidences and Resilience e si pone l’obbiettivo di immedesimarsi nel lavoro del ricercatore e scoprire fino in fondo il suo ruolo dentro la società, grazie anche all’aiuto di centinaia di comunicatori e artisti impegnati nel progetto.

 

Si tratta della quinta edizione di questa iniziativa che tramite spettacoli, giochi, conferenze e tante altre attività illustra le scoperte e le sfide dei ricercatori di tutta Europa, ed è gestito dalla società di comunicazione scientifica Psiquadro in collaborazione con un unione di partner che comprende l’Istituto Nazionale di Fisica Nucleare (INFN), l’Istituto Nazionale di Astrofisica (INAF), L’Università di Palermo, l’Università degli Studi di Perugia, l’Università Politecnica delle Marche, il museo Immaginario Scientifico di Trieste e il centro di ricerca Observa Science in Society. In oltre, coinvolge più di 100 enti che all’interno dei comuni trasformeranno luoghi ed edifici in laboratori interrativi.