ANCONA – Se l’occhio attento di un poliziotto non lo avesse visto, attaccato come una ventosa al parabordo della banchina, le eliche del traghetto l’avrebbero risucchiato uccidendolo.
Salvataggio di un clandestino al porto, ieri pomeriggio, alla banchina 16. Il giovane, 22 anni, richiedente asilo, si era tuffato in acqua da una imbarcazione arrivata dalla Grecia. Nessuno però lo aveva visto in acqua.
Pensava così di eludere i controlli di frontiera e guadagnarsi una via di fuga in Italia. Ma al momento delle operazioni di sbarco un agente della Polmare lo ha visto attaccato ad un parabordo della banchina. Ha dato l’allarme, attorno alle 16, e sono scattate le operazioni di soccorso. Il 22enne è stato aiutato a risalire a terra. Era stremato. La polizia gli ha dato una mascherina facciale per le misure anti Covid poi è stato affidato alle cure della Croce Rossa.
Ha chiesto asilo politico e ora verrà affidato ad una associazione che si occupa dei profughi e avvierà le procedure per la protezione internazionale.
Dopo il tuffo in acqua ha nuotato fino a sotto la banchina vicino alle eliche della nave, senza farsi vedere, sorreggendosi ad una catena di ferro. Una mossa molto pericolosa per la sua vita.