Ancona-Osimo

Sicurezza sul lavoro: Cgil, Cisl e Uil chiedono maggiori controlli

Nelle Marche, secondo dati forniti dell’Inail, nei primi dieci mesi dell’anno sono stati denunciati 15.806 infortuni, +1,3% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente

ANCONA – Nei mesi scorsi la Regione ha reso pubblica la Relazione sulla Performance dell’Asur per il 2018. «Tra le tante questioni che richiedono valutazioni e riflessioni approfondite c’è il tema della salute e sicurezza sul lavoro e in generale la questione della prevenzione». Spiegano in una nota congiunta Cgil, Cisl e Uil Marche che proseguono con alcuni numeri.

«Innanzitutto va evidenziato lo scarso livello di finanziamento ad essa destinato: solo 96,9 milioni di euro, ovvero il 3,3% della spesa totale dell’Asur: valori decisamente al di sotto delle necessità».

Dichiara Daniela Barbaresi, segretaria generale Cgil Marche: «Come testimoniano i dati del rapporto Ambrosetti-Agenas, la percentuale di spesa che nelle Marche viene dedicata alla prevenzione è tra le più basse a livello nazionale, ed è piuttosto lontana non solo dall’obiettivo del 5% del totale di spesa sanitaria complessiva ma anche dal dato medio nazionale che è del 4,4%. Ciò significa che per arrivare a sostenere la percentuale di spesa media nazionale, le Marche dovrebbero spendere almeno 27 milioni di euro annui in più rispetto a quelli attuali, mentre mancano complessivamente 45 milioni di euro per raggiungere una percentuale del 5% della spesa complessiva».

Preoccupa poi il fatto che la spesa pro-capite non solo è tra le più basse a livello nazionale (penultimo posto tra tutte le regioni), è anche in calo rispetto ai valori del 2010.

«All’interno del sistema prevenzione – dice Sauro Rossi, segretario generale Cisl Marche – preoccupa soprattutto la situazione critica dei Servizi. Servizi sempre più marginali nel panorama della sanità marchigiana e alle prese con organici insufficienti rispetto alle necessità: se si escludono le figure amministrative, tra medici, infermieri, tecnici e collaboratori vi lavorano solo 99 addetti, pari al 14% del personale dei dipartimenti prevenzione, e di questi i tecnici della prevenzione e sicurezza negli ambienti di lavoro sono solo 56, ovvero l’8% di tutti gli addetti dei Dipartimenti Prevenzione».

NUMERI INAIL
Dati che si scontrano con la drammaticità del fenomeno degli infortuni e delle morti sul lavoro che sta colpendo sempre più pesantemente le Marche, come emerge dai dati forniti dell’Inail: nei primi dieci mesi dell’anno sono stati denunciati 15.806 infortuni, +1,3% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente mentre a livello nazionale gli infortuni sono sostanzialmente stabili.

Nelle Marche, sottolinea Graziano Fioretti, segretario generale Uil Marche, «crescono in particolare gli infortuni in occasione di lavoro (+2,0%) mentre quelli in itinere sono diminuiti (-2,8%), di cui i più colpiti sono i lavoratori dell’industria manifatturiera, dove però in il numero degli infortuni denunciati è in calo (-4,4%). Crescono però in modo rilevante gli infortuni nel settore delle calzature e abbigliamento (+13,0%), nella chimica, gomma, plastica (+7,8%), nel legno-mobile (+5,4%), mentre sono in calo nella meccanica (- 14,0%). Preoccupa poi il rilevante l’incremento nelle costruzioni (+4,7%), nei trasporti (+9,4%) e soprattutto in agricoltura (+10,8%). In calo invece nel commercio e riparazioni (-1,3%) e nel settore sanità e assistenza sociale (-3,8%)».

Sono 26 i lavoratori che hanno perso la vita nei primi dieci mesi dell’anno.

Di fronte a questi dati, evidenziano Daniela Barbaresi, Rossi e Fioretti, «è necessario che la salute e sicurezza sul lavoro e la prevenzione di infortuni e malattie professionali devono diventare una priorità per le Marche. Occorre incrementare gli organici dedicati alle attività di vigilanza di tutti gli enti a ciò deputati, dall’Asur all’Ispettorato Nazionale del Lavoro, all’Inail».