JESI – Simone Massi, pluripremiato illustratore di origini marchigiane, vincitore di un David di Donatello 2012 per il miglior cortometraggio e di due Nastri d’argento nel 2014 e 2015, già protagonista del documentario “Animata Resistenza” di Francesco Montagner e Alberto Girotto, e autore della poesia animata “L’infinito” da Giacomo Leopardi, torna alla Biennale Cinema di Venezia con un nuovo lavoro di animazione. La videopoesia In quanto a noi ideata e realizzata dall’artista di Pergola (Pesaro-Urbino) con la voce narrante del grande regista tedesco Wim Wenders, ispirata alla poesia Avevamo studiato per l’aldilà di Eugenio Montale e prodotta dall’associazione Nie Wiem, da Francesco Appoggetti e dallo stesso Massi è stata selezionata alla 79esima Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica della Biennale di Venezia e sarà presentata l’8 settembre (nello slot delle ore 17), in anteprima mondiale, nella sezione Fuori Concorso – Cortometraggi. La colonna sonora è affidata a Stefano Sasso, le riprese a Julia Gromskaya e la post-produzione a Lola Capote Ortiz. In quanto a noi è stata realizzata con il sostegno della Regione Marche – Assessorato Beni e attività culturali Bando Cinema 2020/2021.
I fischi della poesia Avevamo studiato per l’aldilà di Eugenio Montale sono interpretati nel nuovo lavoro di Simone Massi alla stregua di quei segnali o suoni che nella vita ci sorprendono come presagi, uno specchio rotto un verso di civetta, presagi di ciò che ci aspetta, un incubo dal quale ci vorremmo risvegliare. L’incubo in questo caso ė la storia del Novecento. E per risvegliarsi dalla realtà, l’unica ė accorgersi di essere tutti “già morti senza saperlo”.
«Sono molto contento – fa sapere il regista e autore – della selezione alla Mostra Internazionale del Cinema di Venezia. Un festival che amo molto, che mi ha affidato sigla e manifesto per un lustro e che mi ha onorato di una retrospettiva nel 2014. In quanto a noi è un film di animazione che mi è davvero molto caro, al momento lo ritengo fra i lavori miei più riusciti. La selezione a Venezia, il fatto che Wim Wenders abbia accettato di prestare la sua voce al film, la fiducia della professoressa Bianca Montale unita a quella dell’Associazione Nie Wiem, coproduttrice del film, sono per me motivo di soddisfazione e di orgoglio».
«In quanto a noi – aggiunge Valerio Cuccaroni presidente di Nie Wiem – è la seconda videopoesia di Simone Massi che produciamo con la nostra impresa creativa non profit Nie Wiem. Come già per L’infinito, abbiamo chiesto a Massi di interpretare, con le sue immagini poetiche, i versi di un gigante della poesia italiana. Dopo la prima fortunata scelta di Leopardi, ho pensato a un altro autore che potesse valorizzare la Regione Marche, che ha cofinanziato il progetto. Abbiamo optato per Montale perché pubblicò una prima edizione dei suoi celebri Xenia, da cui è tratta la poesia ispiratrice, a San Severino Marche, uno dei comuni del cratere sismico che abbiamo valorizzato con le nostre iniziative. La professoressa Bianca Montale, l’erede, ci ha autorizzato a usare la poesia Avevamo studiato per l’aldilà e il genio di Massi l’ha inserita in una sua personalissima interpretazione, affidando la lettura del testo a Wim Wenders. Così è nata quest’opera che porta le parole alate di Montale, stampate con gli umili caratteri mobili della tipografia Bellabarba, sul tappeto rosso».
Con la videopoesia In quanto a noi, Nie Wiem prosegue la sua attività di casa di produzione cinematografica, dopo aver realizzato L’infinito di Giacomo Leopardi sempre con Simone Massi commissionata dal Comune di Recanati, nell’ambito del progetto “Marche della Poesia”; l’associazione ha partecipato a numerosi festival tra cui lo Short of the year(Spagna); il 10° Festival Internazionale di Animazione Supertoon (Croazia); il 18° Festival Internazionale di Animazione di Hiroshima; il San Francisco Frozen Film Festival (Califorina) e il Giffoni Film Festival (Italia). Sempre in nome della poesia legata alle immagini, Nie Wiem ha dato vita anche al Premio Franco Scataglini con l’originale concorso “La poesia che si vede”, espansione del Festival di cinema Corto Dorico e del Festival di poesia “La Punta della Lingua”. Il concorso “La poesia che si vede”, quest’anno, nella sua seconda edizione, è diventato internazionale e ha visto la partecipazione di oltre 180 opere che si erano iscritte, provenienti da diversi paesi del mondo: dalla Polonia a Israele, dall’Irlanda all’Indonesia, Hong Kong, Estonia, Brasile, Albania, Francia, Belgio, Turchia, Namibia e moltissimi altri.