ANCONA – Trasferito per motivi di sicurezza senza indicare cosa sia accaduto e cosa abbia determinato la decisione della Procura di Teramo. Simone Santoleri, in carcere a Castrogno dal 6 marzo scorso per l’omicidio della madre Renata Rapposelli, la pittrice che viveva nel capoluogo dorico e trovata morta a Tolentino il 10 novembre, è stato trasferito al penitenziario di Lanciano.
«A noi è stato detto a cose fatte – commenta l’avvocato Gianluca Reitano che difende il 43enne insieme all’avvocato Gianluca Carradori – è una cosa grave, soprattutto perché non ci è stato detto il motivo. La Procura ci ha liquidati dicendo un generico “motivi di sicurezza”. Ora avvieremo atti ufficiali per una risposta più completa».
Simone è stato trasferito ieri pomeriggio alle 15 e poco prima che lasciasse il carcere di Castrogno ha dato una testata al muro, agitandosi per questa decisione che così lo allontana dal padre, Giuseppe Santoleri, anche lui in carcere a Teramo con le stesse accuse del figlio. Padre e figlio, anche se in celle diverse, potevano infatti vedersi nell’ora d’aria consentita ai detenuti.
«Il trasferimento è stato disposto dal pm Enrica Medori – spiega Reitano – ieri, aveva tutto il tempo di informarci. Noi avvocati lo abbiamo appreso questa mattina, recandoci al carcere di Teramo, quando abbiamo chiesto di vedere Simone perché ci erano arrivate delle informazioni sul fatto che si era fatto male. Invece lo avevano già trasferito e ora potremmo parlarci solo lunedì perché le visite degli avvocati, a Lanciano, non sono consentite nei fine settimana».
Simone, dopo la ferita alla testa, è stato medicato in ospedale riportando tre giorni di prognosi. Ieri gli avvocati avevano avuto comunicazione sulla fissazione della data dell’udienza per il Riesame, a L’Aquila, per chiedere la revoca della custodia cautelare che ha portato padre e figlio in carcere. L’udienza ci sarà il 19 aprile, tra sei giorni. «Questa è una strana coincidenza – continua Reitano – andremo fino in fondo perché riteniamo che ci siano state nascoste delle informazioni. Ieri, quando abbiamo saputo del ferimento di Simone, abbiamo chiamato il carcere ma ci è stato detto che il nostro assistito stava bene ed aveva avuto bisogno solo delle cure ospedaliere. Oggi abbiamo appreso che era stato trasferito. Qualcosa non torna».