ANCONA – Un’unica azienda per la gestione dei rifiuti, provinciale e pubblica. La necessità di evitare iniziative solitarie, quanto piuttosto da concertare tra vari enti. La tutela dei lavoratori e degli utenti del servizio. Sono i punti cardine su cui hanno rimarcato forte, oggi, in conferenza stampa, i sindacati Cgil, Cisl e Uil, alla vigilia dell’importante riunione dell’Ata per l’adozione del Piano d’Ambito sulla gestione dei rifiuti.
L’appuntamento di domani, convocato di recente dal presidente dell’Ata Luigi Cerioni, è soltanto una delle tante adunanze del complesso iter cominciato nel 2014. «Il tema dei rifiuti va trattato con cura – ha specificato nell’introduzione Stefania Ragnetti, segretaria generale Fp-Cgil -. Come sindacati, sin dall’inizio ci siamo apertamente schierati per individuare un’azienda pubblica per la gestione integrata dei rifiuti, che potesse garantire l’intero ciclo, dalla raccolta allo spazzamento, passando per il trasporto e lo smaltimento. Questo per fare in modo che si razionalizzassero le risorse delle aziende pubbliche e si riuscisse a dare risposte importanti ad utenti e cittadini, per quanto riguarda l’efficienza del servizio e le tariffe, oltre che tutele e garanzie ai lavoratori». All’incirca 600 quelli coinvolti nel settore in provincia di Ancona, sia in realtà pubbliche che private.
«In altri tempi avremmo fatto una manifestazione al fianco dei lavoratori – ha precisato Ragnetti – ma la situazione pandemica non ce lo consente. Non possiamo però nascondere una certa preoccupazione. La nostra posizione, tuttavia, è seria e coerente dal 2014: la gestione dei rifiuti deve essere organizzata da un’unica realtà provinciale, pubblica, e va superata la frammentazione emersa negli ultimi tempi. Serve coerenza e che la politica non smentisca sé stessa: è bene che prevalgano la ragionevolezza e lo spirito costruttivo sui campanilismi».
Il riferimento non può che essere ad alcuni Comuni che negli ultimi tempi hanno paventato posizioni differenti: «Se qualche anno fa, la maggioranza di molte amministrazioni era per l’affidamento in house providing ad un’azienda pubblica, ora le esternazioni di alcuni amministratori locali, da Jesi a Fabriano passando per Falconara, evidenziano il contrario», l’accusa dei sindacati. Secondo i quali l’azienda unica è il modo più significativo per effettuare investimenti utili a migliorare l’efficienza dei servizi e a ridurre i costi – senza gravare sulle spalle dei lavoratori – e il soggetto in grado di farsi garante di trasparenza e legalità.
Su questo anche il segretario generale Fit-Cisl Roberto Ascani. «I rifiuti rappresenteranno un business nel prossimo futuro. Per questo si può e si deve pensare a un’azienda pubblica che possa da un lato produrre ricchezza per i cittadini tramite un servizio economico ed efficiente, dall’altro tutelare la sicurezza e la salute dei lavoratori. Il Piano d’Ambito è stato deliberato da tempo, anni. Aspettiamo l’approvazione, non possiamo pensare a percorsi differenti giunti a questo punto».
«E i sindaci avranno un ruolo strategico in questo – ha integrato Giorgio Andreani, segretario Uil Trasporti – per scegliere che tipo di impostazione dare al servizio di gestione dei rifiuti nella provincia di Ancona. Purtroppo, negli ultimi tempi, la sensazione è stata che il fronte delle amministrazioni, che prima sembrava piuttosto compatto, ha iniziato a vacillare. Il dubbio che sorge è che ci sia la solita piccola convenienza di bottega che non corrisponde all’interesse più alto della comunità e del territorio. La nostra posizione è invece da sempre la stessa e crediamo che la gestione unica e pubblica sia quella in grado di rispondere a tanti aspetti. Invitiamo a terminare il Piano d’Ambito: c’è ancora strada da fare ma potremmo essere vicini all’obiettivo».
In sala anche Alessandro Mancinelli, Cisl Ancona, e Marco Bastianelli, Cgil Ancona, i quali non le hanno mandate a dire, in merito alle decisioni di alcuni Comuni di smarcarsi e muoversi in autonomia. Scelte che, a parer loro, «potrebbero danneggiare cittadini, utenti e lavoratori», come evidenziato. «Riteniamo sia importante invece non interrompere il percorso verso un’unica azienda pubblica di gestione dei rifiuti di carattere provinciale – hanno aggiunto -, che passa anche dall’adozione del Piano d’Ambito. Auspichiamo che la politica faccia la sua parte: chi si sottrarrà e sceglierà strada alternative se ne assumerà le responsabilità».