SIROLO – Insieme contro le cardiopatie: appuntamento per il 28 settembre (ore 21) al Teatro Cortesi di Sirolo con il tenore anconetano David Mazzoni (volto noto per aver fatto Italia’s got talent), per un viaggio nella musica i cui fondi (biglietto di ingresso 12 euro) andranno in beneficenza ad “Un battito d’ali“, l’associazione dei genitori di bambini cardiopatici. Sul palco, anche “Le Bohemiens” con Luigino Pallotta, Pierpaolo Ugolini, Marco di Meo e Claudio Zappi. L’intervista alla presidente dell’associazione, Chiara Mormile che insiste sull’importanza dei controlli e di consulenze mediche qualificate per affrontare eventuali patologie. Tra i progetti dell’ente per il futuro anche quello sull’uso dei defibrillatori.
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«Quando mi hanno detto che mia figlia Aurora aveva un problema cardiologico, mi è caduto il mondo addosso – racconta la presidente Mormile, che sceglie di aprire le porte del suo cuore, portando ai lettori la propria esperienza – Ho scoperto tutto durante la mia terza gravidanza, una gemellare. Il ginecologo ha voluto approfondire usando un macchinario innovativo. I feti erano di 14 settimane, molto piccoli».
Ma dalla morfologica di secondo livello, mamma Chiara capisce che c’è qualcosa che non va. A quel tempo, le viene prospettata la possibilità di un aborto selettivo. Comincia l’ansia, l’apprensione: un buio pesto che avvolge la famiglia. La donna sente più reparti, chiama gli ospedali di tutta Italia. Poi, incontra quella che definisce «la sua luce a livello umano e professionale», la dottoressa Alessandra Baldinelli di Ancona. Per Chiara, origini recanatesi, il reparto di Cardiologia e di Cardiochirurgia pediatrica diventa – suo malgrado – una seconda casa.
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Nessun aborto: decide così, su parere e consiglio dei cardiologi: «Se lo avessi fatto, non solo avrei messo a rischio la mia vita, ma anche quella della sorellina di mia figlia. Che ora, tra l’altro, non ci sarebbe. La diagnosi? Non ti aspetti una cosa del genere. Soprattutto se nelle altre due gravidanze non hai avuto problemi – continua – La dottoressa Baldinelli riscontra l’atresia della valvola polmonare a setto intatto. Ma mia figlia – dice – ha anche altri problemi in seguito a questo. La valvola polmonare era chiusa, non passava il sangue ossigenato nell’arteria polmonare. Però, fino a che c’era la gravidanza il problema non sussisteva. Il difficile sarebbe sorto alla nascita, col rischio che la bimba non potesse sopravvivere. La chiusura della valvola ha comportato una ipoplasia del ventricolo destro, che quindi era più piccolo del sinistro».
Ma ora la piccola conduce una vita normale: controllata ma normale. «Tutto dipende in relazione alla patologia. L’importante è affidarsi ai cardiologi e stare lontani dai social e da Internet. Sono i medici le persone competenti. Mia figlia oggi fa qualsiasi cosa: gioca, corre, mi fa arrabbiare. Fa ciò che fa una bambina normale, ma con più attenzione. Dobbiamo stare attenti all’influenza, ad esempio, ma può fare ginnastica a scuola. Non è un’aliena. Certo, non scalerà l’Everest e non potrà diventare atleta agonista, ma è viva e c’è».
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Ai futuri genitori, Mormile consiglia «di fare almeno una morfologica di primo livello. Parecchi scoprono queste patologie solo in seguito. Scoprirlo in gravidanza è brutto, però almeno hai modo di farti seguire».
I fondi raccolti il 28 saranno destinati all’attività principale dell’associazione, ma anche ad altre iniziative in cantiere: «C’è la cartella giocosa del dottor Pupozzi, che fa pure la procedura dei sogni. E poi vorremmo realizzare il “Progetto Mattia“, dedicato a un nostro bimbo che non c’è più. Mattia è scomparso il 27 dicembre all’età di soli 4 anni – commenta con la voce rotta dalle lacrime – Scusi – s’interrompe – ma tengo particolarmente a questo progetto. Sono molto legata alla madre, Roberta, che sta portando avanti un programma educazionale sull’utilizzo del defibrillatore in Abruzzo. Vorremmo farlo anche nelle Marche, affinché la città, le scuole, i luoghi di aggregazione e di sport siano cardioprotetti». D’altronde, al cuore non si comanda, ma nel caso andasse in crisi – l’auspicio dell’associazione – sarebbe utile che tutti sapessero usare questo apparecchio.
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«Il defibrillatore? Non è difficile da usare, è lui a guidarti nell’utilizzo. La prevenzione è fondamentale. Pensate che un compagno di scuola di mio figlio, in quarta elementare, ha allertato il 118 perché la sorellina di un amico si stava sentendo male». L’educazione passa anche da qui. Per maggiori informazioni, contattare il 339.6122344 o scrivere a info@unbattitodiali.it