Ancona-Osimo

Sirolo, una scuola a misura di bambino e senza corridoi: sarà ultimata nel 2024

Cominciati i lavori dell’Opera Pia Asilo Infantile, progetto finalista per The Plan Award dello studio Subissati insieme all'ingegner Lamura

Il progetto dell'Opera Pia Asilo Infantile di Sirolo

ANCONA – Un nuovo modo di pensare la scuola materna e gli spazi in relazione alla fruizione degli stessi e al primo apprendimento: seguendo principi innovativi l’architetto anconetano Simone Subissati e il suo studio, in collaborazione con l’ingegnere Domenico Lamura, hanno dato il via ai lavori dell’Opera Pia Asilo Infantile che sorgerà a Sirolo non distante dalla piazzetta centrale di Numana, dunque vicino al confine tra i due comuni. Il progetto della «scuola senza corridoi» è stato anche finalista a The Plan Award nel 2022. L’edificio in legno, di circa 300 metri quadrati, conterrà una materna e un nido, potrà ospitare novanta bambini, sessanta per la materna e trenta per l’asilo nido, e dovrebbe essere completato e consegnato a inizio 2024.

«Sono finalmente iniziati i lavori – spiega Simone Subissati –. Sarà una struttura in legno innovativa nel concept, dal punto di vista distributivo e pedagogico e nella forma. Uno schema innovativo in cui le singole aule, indipendenti una dall’altra, confluiscono tutte in un ambiente ibrido di distribuzione e di aggregazione. In questo modo si sperimenta una maggiore interazione e coinvolgimento tra le aule andando a sostituire il classico schema formato dal corridoio e dalle aule in linea». Una forma semplice, che ricorda le geometrie elementari care ai bambini, le aule con un doppio affaccio sul giardino, dunque uno spazio aperto verso l’esterno e il mondo che lo circonda, ma sull’altro lato anche protetto e più intimo, e soprattutto senza il tradizionale corridoio.

«Un progetto che favorisce una vita scolastica più dinamica e interattiva, anche attraverso aree multifunzionali e destinate alle attività comuni – prosegue il progettista –. Ogni aula ha una relazione con l’esterno tale da individuare aree diverse per caratteristiche e stimoli, rendendo la scuola più adatta alla vita di una scuola materna rispetto a un classico plesso concepito in analogia con una scuola primaria o secondaria. Una scuola piccola in cui sarà utilizzabile anche lo spazio deputato a ingresso e uscita che normalmente resta vuoto e non fruibile durante le ore di attività. Un modulo che consentirà ai bambini di percepire che l’attività si sta svolgendo contemporaneamente anche in altre aule e che, dunque, consentirà agli stessi di percepirsi come membri di una collettività. Abbiamo cercato di evitare il più possibile quel senso di edificio ostile che è tipico di altri edifici. Volevamo un edificio simile a una casa, forse anche più congeniale di un appartamento. Per permettere al bambino di ritrovare quel microcosmo che sia una metafora per lui comprensibile della comunità e del mondo».