FALCONARA MARITTIMA – Mancano medici e infermieri e i sindaci dell’Ambito territoriale sociale 12 chiedono risposte all’Asur. La carenza di personale dell’Asur negli ambulatori del distretto 7 dell’Area vasta 2 sta infatti paralizzando tutta l’attività di assistenza sanitaria, specie quella rivolta alle persone fragili e alle loro famiglie. È l’allarme lanciato dai sindaci dell’Ats 12, che ha Falconara come capofila e che comprende anche i Comuni di Agugliano, Camerata Picena, Chiaravalle, Monte San Vito, Montemarciano e Polverigi. I rappresentanti delle amministrazioni locali, dopo una serie di lettere all’Asur, hanno deciso di rendere pubbliche le difficoltà delle comunità che rappresentano, dovute principalmente al pensionamento di infermieri e medici, mai sostituiti.
Emblematico il caso del Consultorio di Chiaravalle, dove da oltre un anno manca lo psicologo. Il Consultorio serve un bacino che comprende anche Agugliano, Camerata Picena, Monte San Vito, Montemarciano e Polverigi, territori dove l’assenza dello psicologo, scrivono i sindaci, «sta determinando gravi danni ai minori e alle famiglie in difficoltà. Non solo non viene accolto il bisogno di prevenzione e cura, ma anche le valutazioni psicodiagnostiche e delle competenze genitoriali richieste dall’autorità giudiziaria non possono essere effettuate, lasciando i minori in potenziali situazioni pregiudizievoli alla loro crescita». I sindaci fanno presente che «in alcune situazioni valutate a rischio, l’autorità giudiziaria ha disposto il collocamento del minore (con o senza la madre) in un contesto protetto (comunità, case famiglie o famiglie affidatarie) in attesa di una valutazione delle figure genitoriali, con gravi costi umani, sociali e, per gli enti locali, anche economici». «L’Asur ha comunicato che al Consultorio di Chiaravalle arriverà un nuovo psicologo dal 15 ottobre – scrive in una nota il comune di Falconara – ma non si sa ancora per quante ore settimanali e nel frattempo si è accumulata un’enorme mole di lavoro».
Manca la figura dello psicologo anche all’Umee (struttura per la diagnosi e la cura di disturbi psichici in età scolare) e all’Umea (rivolta ai disabili adulti): entrambi i contratti sono scaduti e non è ancora certo quando la figura dello psicologo sarà ripristinata. «I Comuni, in un’ottica di lavoro di rete e di integrazione socio-sanitaria – conclude il Comitato dei sindaci dell’Ats 12 – negli ultimi anni più volte hanno cercato di sopperire con i propri assistenti sociali alle carenze dei servizi sanitari per quanto concerne l’area socio-sanitaria, ma la figura dello psicologo è prettamente sanitaria e non può essere assunta dal comparto degli enti locali. Allo stesso tempo i Comuni hanno a volte erogato contributi economici alle famiglie indigenti con necessità di fare valutazioni psicodiagnostiche dei propri congiunti in tempi brevi, per sopperire alle liste di attesa presenti nei servizi sanitari, ma anche questo è un palliativo per fronteggiare le situazioni più fragili e critiche, ma non è risolutivo di un bisogno di valutazione, presa in carico, cura e riabilitazione sempre in incremento».