ANCONA – Bagarinaggio a Mezzavalle, impossibile ma sembra vero. Per aggiudicarsi un posto in spiaggia, durante i giorni della prenotazione obbligatoria tramite la App iBeach, su cui il Comune si è appoggiato quest’anno per evitare assembramenti nell’estate del Covid-19, c‘è chi sarebbe arrivato a pagare uno steward addetto ai controlli perché arrivato senza la postazione prenotata.
La questione è stata sollevata oggi in consiglio comunale da una interrogazione di Francesco Rubini (Altra Idea di Città) che ha riferito di aver ricevuto diverse segnalazioni secondo le quali in cambio di denaro sarebbero state fatte passare in spiaggia persone senza prenotazione. Il consigliere ha chiesto se l’amministrazione comunale avesse avuto qualche riscontro in proposito.
A rispondere è stata la sindaca Valeria Mancinelli che ha confermato che le segnalazioni sono arrivate anche alla polizia locale che ha quindi predisposto una indagine in proposito «già segnalata in Procura» ha puntualizzato il primo cittadino. La sindaca ha parlato della condotta di un solo addetto ai controlli, dipendente di una società a cui era stato assegnato il servizio, e subito rimosso dall’incarico.
Le segnalazioni erano arrivate ad agosto, nel clou dell’estate e degli accessi al mare. «Ci siamo mossi immediatamente – spiega Liliana Rovaldi, comandante della polizia locale – ho mandato due agenti in borghese, un uomo e una donna, vestiti da bagnanti con pantaloncini corti e costume da bagno per verificare di persona cosa stava succedendo. Purtroppo il riscontro è stato positivo tanto che abbiamo fatto una denuncia in Procura ben dettagliata. Adesso è tutto in mano alla magistratura che dovrà anche ipotizzare il reato commesso». I due agenti che si sono presentati allo steward a monte sono stati lasciati scendere senza la prenotazione ma non è stato chiesto loro un pagamento lì. Il riscontro del denaro sarebbe stato successivamente, in spiaggia e sentiti anche altri bagnanti presenti che avrebbero avuto richieste di denaro.
«Anche far scendere chi non aveva prenotato – dice la Rovaldi – non andava fatto se c’era una prenotazione obbligatoria, se poi qualcuno scendeva lo stesso l’addetto doveva avvisare le forze dell’ordine». Nel mirino dei controlli dei vigili urbani in borghese è finito il personale di una società (di fuori regione) a cui il Comune aveva aggiudicato un bando fatto proprio in vista della App che richiedeva quindi controlli da fare a terra. Un bando di oltre 40mila euro di spesa. «Le segnalazioni arrivate a me – spiega Rubini – sono state di persone presenti al momento della richiesta, bagnanti ma non solo, anche albergatori e ristoratori che lo hanno appreso dai propri clienti mi hanno riferito. Si parla di richieste di 5 euro che non so se poi sono state riscosse». La sindaca durante la seduta del consiglio comunale ha specificato che solo un soggetto si sarebbe comportato male aggiungendo che «non dobbiamo mettere all’indice tutti gli altri che hanno fatto quello stesso lavoro » .