ANCONA – Non lo ha fermato nemmeno la ruota che si è rotta. Cinque volte si è fermato a riparala. Aveva un obiettivo Simone Saia, 37 anni, ristoratore anconetano che ieri mattina è partito alle 7 da casa, a Montemarciano, spingendo su strada il lettino vuoto di sua figlia, fino ad Ancona, davanti al tribunale a cui reclama giustizia.
Trenta chilometri di corsa, la corsa per la giustizia come lui l’ha chiamata. Il motivo? «Rivedere mia figlia visto che la mia compagna l’ha portata via – ha spiegato Saia – il 30 luglio dello scorso anno, senza il mio consenso. L’ha portata nel suo paese, in Russia, ma non la sta guardando lei, l’ha lasciata alla madre, cioè la nonna di mia figlia. Io ho fatto una denuncia per sottrazione internazionale di minore a cui nessuno ad oggi ha fatto nulla. Quella donna torna regolarmente in Italia perché lavora nei locali notturni e nessuno la ferma o l’ha interrogata per il reato commesso. Vorrei che la giustizia facesse il suo corso».
Il tribunale di Ancona sta seguendo il suo caso ma Saia vorrebbe risposte a breve perché «sono dieci mesi che non vedo mia figlia ed è mio diritto, possibile che nessuno possa fermare questa donna che entra ed esce dall’Italia come se nulla fosse?”. La bambina ha due anni e quattro mesi ed è nata da una relazione sentimentale con la donna che di punto in bianco avrebbe deciso di troncare la relazione con il ristoratore portando via anche la bambina.
Ieri mattina il 37enne, che ha corso con il lettino percorrendo la statale, voleva parlare con il pm Paolo Gubinelli che segue la vicenda. Lo ha atteso fuori dal palazzo di giustizia dalle 12.15 fini alle 13 passate, sperando uscisse.
Fuori dal tribunale sono arrivati i carabinieri che hanno identificato Saia. L’uomo ha documentato la sua impresa di ieri anche con delle dirette Facebook.