ANCONA – Sorpresa: Neri Marcorè al centro multispecialistico DSA. È accaduto sabato (15 aprile), intorno alle 18. È a quell’ora che l’attore, doppiatore, cantante e conduttore marchigiano (nativo dii Porto Sant’Elpidio) è arrivato in via Guido della Rossa, 8, dove si trova la sede del centro.
Marcorè ha da sempre appoggiato il progetto “La via dell’ascolto Tomatis per tutti”, mettendo a disposizione dei donatori alcune esperienze a teatro con la possibilità di assistere allo spettacolo “La Buona Novella”. In tanti, nel tempo, lo hanno incontrato nei camerini, come racconta qualcuno da via della Rossa.
Un progetto, quello de “La via dell’ascolto – Tomatis per tutti”, iniziato due anni fa. Un progetto pilota, viene definito, promosso proprio dal DSA Centro multispecialistico di Ancona, in collaborazione con la Fondazione ospedale Salesi.
«Non conoscevo il metodo Tomatis – ha fatto sapere Marcorè – e ho raccolto con piacere e curiosità l’invito del centro per sostenere questo progetto, a supporto di famiglie di bambini in cura con diverse patologie. Il potere magico e taumaturgico della musica, che ci aiuta a star bene, trova conferma anche a livello clinico e e i risultati possono essere sorprendenti. Per quel che potrà valere – ha concluso – cercherò di dare il mio contributo ogni volta che potrò per far conoscere e sostenere questa realtà».
Ad oggi è stato coinvolto un gruppo di bambini epilettici, farmacoresistenti, attualmente in cura presso il Salesi, ai quali è stato somministrato il protocollo Tomatis. «Questa metodologia, che vanta un’esperienza pluridecennale in tutto il mondo, si basa sulle ricerche scientifiche e sulla pratica del Metodo del dottor Tomatis, otorinolaringoiatra francese inventore dell’audiopsicofonologia» – spiega la dottoressa Anna Maria Latini, referente DSA per il progetto.
Si tratta di una pedagogia dell’ascolto che permette di riattivare e riorganizzare tutti i circuiti audio-fonatori. Il metodo Tomatis non è invasivo e non usa farmaci, ma si basa sull’ascolto della musica (Mozart e Canti Gregoriani). Tale tecnica è stata utilizzata per aiutare leggende della musica del calibro di Caruso e Beniamino Gigli – originario di Recanati – nella propria carriera musicale. Caruso, ad esempio, era affetto da sordità.
Le stimolazioni sonore, individualmente programmate, arrivano alla persona sia per via aerea, sia per via ossea, tramite un’apposita apparecchiatura acustica. Una cuffia che ha indossato lo stesso Marcorè, dopo aver cercato di interloquire coi piccoli pazienti e soprattutto coi genitori. Genitori e famiglie che hanno a che fare con bambini con difficoltà relazionali importanti.
Il metodo Tomatis, tra l’altro, potrebbe essere applicato persino agli adulti, alle persone affette da autismo o a malati di Alzheimer e di Parkinson. Le stimolazioni in questione «producono un riequilibrio energetico dell’intero sistema neurale, centrale e periferico. Il protocollo richiede 2 anni di lavoro – prosegue Latini – durante i quali tutto il nucleo famigliare del bambino viene coinvolto».
La raccolta fondi attualmente in corso è rivolta ai bambini farmarcoresistenti, o epilettici. «Al termine di questo percorso i risultati clinici, raccolti in anonimato e oggetto di ricerca scientifica, saranno sottoposti al Cerm (il Comitato etico della Regione Marche) dalla Fondazione Salesi, in collaborazione con il Comitato scientifico del progetto. Successivamente, verranno pubblicati e condivisi con la comunità scientifica».
Oltre alla dottoressa Latini, erano presenti all’incontro la dottoressa Maria Grazia Magistrelli (audiopsicofonologa), la primaria Carla Marini ed Elisabetta Cesaroni, della neuropsichiatria infantile dell’Ospedale pediatrico Salesi. Con loro, anche la professoressa Laura Mazzanti, direttrice della Fondazione Salesi, il dottor Cesare Cardinali, neuropsichiatra e direttore sanitario per i DSA del Centro e la dottoressa Paola Gardoni, grafologa del DSA.