Ancona-Osimo

Stabilità finanziaria: Ancona in testa nelle Marche, Fermo fanalino di coda

A dirlo la classifica de "Il Sole 24 Ore" che ha preso in esame le 107 province italiane dal punto di vista del rapporto tra redditi dichiarati e crediti da rimborsare. Barbaresi della Cgil: «Con il ridursi dei redditi cresce la fragilità finanziaria»

ANCONA – La provincia di Ancona sul podio nelle Marche per stabilità finanziaria. A dirlo è la fotografia scattata da Il Sole 24 Ore “Qualità della vita-progetto 2019” che ha preso in esame le 107 province italiane dal punto di vista dell’affidabilità finanziaria, ovvero del rapporto tra redditi dichiarati e crediti da rimborsare.

Giunta alla 30esima edizione, la classifica ha misurato il benessere economico tramite 10 indicatori che hanno rilevato la mappa dei crediti, la spesa delle famiglie, i protesti pro capite e i depositi bancari.

Ad Ancona risiedono le persone e le famiglie più parsimoniose delle Marche, quelle con i debiti più sostenibili e che quindi riescono meglio a far fronte al pagamento delle rate. Ancona si è classificata al 27° posto in Italia, un buon piazzamento che la colloca tra le prime 30 province italiane. Più in giù in classifica Pesaro Urbino al 54° posto, Macerata al 55° posto, seguita da Ascoli Piceno al 58° e fanalino di coda Fermo che con il 64° posto rappresenta la provincia marchigiana dove vivono i cittadini più a rischio di insolvenza.

Analizzando ancora più in dettaglio i dati emerge che Macerata è tra le province italiane con la rata media mensile più pesante sul fronte dei prestiti personali che la collocano al 94° posto nella classifica, mentre Fermo figura fra le 15 province italiane migliori sul fronte dell’indebitamento (33% della popolazione con finanziamenti attivi).

Sul podio, al secondo posto tra le provincie italiane per i protesti, c’è Fermo, maglia nera invece per Pesaro Urbino al 65° posto. Ancona invece è al 32° posto per i depositi bancari (24.688 importo bancario pro capite), mentre Fermo si piazza al 55° posto, poco dopo la metà della classifica.

«Tolta Ancona che si colloca tra le prime 53 province delle Marche, tutte le altre sono sotto la media – commenta la segretaria generale della Cgil Marche, Daniela Barbaresi -: un dato che rispecchia il livello dei redditi medi dichiarati nella nostra Regione, più bassi rispetto alle altre regioni. Questo obbliga a una riflessione sul fatto che i redditi, e in particolare quelli da lavoro, stiano calando. Occorre intervenire su questo aspetto sia aumentando i salari che tramite la leva fiscale. Nella manovra sono previsti alcuni interventi anche sul cuneo fiscale. In conclusione con il ridursi dei redditi cresce la fragilità finanziaria».

Una posizione condivisa anche dal segretario della Cgil Ancona, Marco Bastianelli: «I dati mostrano un grosso problema di copertura dei redditi rispetto a 10 anni fa e questo produce difficoltà nel meccanismo di ritorno dei crediti da parte delle famiglie rispetto al passato. Il buon piazzamento di Ancona è in linea con la vocazione delle Marche al risparmio, anche se molte persone, specie giovani, vittime del precariato nel mondo del lavoro fanno fatica ad avere credito dalle banche o a pagare i mutui e i prestiti già in essere e questo porta ad intaccare i risparmi delle famiglie».