ANCONA- Era tornato libero dopo l’omicidio della moglie avvenuto nel 2002 ma ieri (12 novembre) sono scattate di nuovo le manette per Jurgen Mazzoni, 41 anni, l’uxoricida senigalliese che strangolò Maria Federica Gambardella. Prima di cena è stato arrestato per stalking aggravato e continuato. Avrebbe perseguitato per oltre un anno, una 24enne, della provincia di Ancona, arrivando ad incendiare le auto dei familiari e spedendo a casa loro lettere con minacce di morte. In una missiva c’erano anche quattro proiettili. «Ti mangio il cuore», le avrebbe scritto nei vari messaggi che le inviava anche tramite i social network, e ancora «Ti do fuoco alla macchina con te dentro». L’uomo, che nel 2002 era stato condannato a 14 anni, era uscito nel 2010 per buona condotta, dopo soli 8 anni di carcere. Dal 13 agosto era ai domiciliari, sempre per stalking nei confronti della 24enne.
La squadra mobile di Ancona, diretta da Carlo Pinto, insieme al servizio violenza di genere e crimini di odio diretto da Francesca Romana Capaldo, lo ha arrestato ieri sera a Senigallia, di rientro da un viaggio in Germania che aveva fatto con amici biker.
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Il provvedimento di quella che è stata battezzata come l’operazione “Hangover “, il film “Una notte da leoni”, perché Mazzoni in alcune intercettazioni telefoniche si definiva somigliante al protagonista della pellicola, l’attore Bradley Cooper, è scattato perché secondo gli inquirenti c’erano elementi utili che hanno fatto temere per l’incolumità della ragazza. Mazzoni era pronto ad uccidere di nuovo.
Perquisiti la casa dove vive, quella dei genitori e il luogo di lavoro. La polizia ha trovato un arsenale con 19 coltelli da combattimento, due fucili di precisione a piombini, un cappio fatto di corda, e sassi con dediche alla ragazza 24enne oltre a due bombolette di gas per cucina da campeggio ma anche utili a creare piccole bombe. Le armi erano ben nascoste. Sequestrato il pc e una stampante con i quali avrebbe scritto le lettere. Mazzoni è stato rinchiuso nel carcere di Montacuto.
Ad ammanettarlo ieri sera, su ordinanza emessa dal gip Antonella Marrone, sono state le agenti donne che lavorano al servizio violenza di genere e crimini di odio. «L’arresto è stato il risultato di un lavoro di squadra – commenta Capaldo – il suo intento era distruggere quella ragazza. E’ stata una escalation di violenza, iniziata dalle cose, con gli incendi alle auto».
Mazzoni e la 24enne si sono conosciuti nel 2014 ma la giovane non sapeva i suoi pregressi. Tra i due era nata una amicizia. Quando lei ha provato ad allontanarsi lui ha avrebbe iniziato a perseguitarla. Ad ottobre 2016 il primo danneggiamento, al furgone del padre della ragazza: squarciate quattro gomme. A dicembre 2016 è stata incendiata un’auto, sempre dei familiari della ragazza, poco dopo una seconda vettura. Inizialmente le indagini sono state avviate dal commissariato di polizia di Senigallia che, intuita la gravità, ha poi passato il caso alla squadra mobile di Ancona.
A Mazzoni vengono contestati anche numerosi sms, comprensivi di minacce di morte, inviati da cabine telefoniche, tra Senigallia e Fano, con cui ha tempestato la giovane. Per questo il 13 agosto era fino ai domiciliari. Nonostante la misura restrittiva ha continuato a perseguitarla. A settembre è arrivata a casa dei familiari della 24enne una lettera anonima con minacce di morte. La missiva conteneva anche 4 proiettili. Un’altra lettera di minacce è stata invece intercettata dagli agenti della squadra mobile il 2 novembre scorso, prima che arrivasse a casa dei parenti della ragazza. Hanno visto Mazzoni fermarsi con l’auto, a Senigallia, davanti ad una buca delle lettere del servizio postale, e imbucare la busta. Questa è stata poi recuperata. «Sei cattiva, ti uccido», il contenuto delle frasi, «Devi morire, gli errori si pagano». Tra i messaggi inviati anche quello in cui le avrebbe detto di tagliarle la testa per metterla poi a conservare nella formalina.