ANCONA – Da quattrocento anni lo stoccafisso è il piatto principe della tradizione gastronomica della città di Ancona. Una storia che parte da lontano, precisamente dall’Olanda quando il ricco mercante Baldassarre Van Der Goes arriva ad Ancona e vi si stabilisce nel XVII secolo. Ed è proprio grazie a Van Der Goes, anche detto l’olandese d’Ancona, se lo stoccafisso comincia a diffondersi tra la popolazione diventando il piatto tipico della cucina dorica. L’Accademia dello Stoccafisso all’anconitana, fondata nel 1997, si propone lo scopo fondamentale di tutelare la tipicità del piatto e del disciplinare della ricetta. L’associazione ha da poco rinnovato le cariche consiliari e il presidente attuale è l’avvocato Pericle Truja.
Avvocato, partiamo dalla fine: tra qualche giorno inizierà la manifestazione “Stoccafisso de San Ceriago”. Com’è l’atmosfera?
«Assolutamente positiva. C’è grande aspettativa intorno a questa manifestazione che giunge alla sua seconda edizione. L’anno scorso è stato un esordio col botto. Nonostante la durata fosse di solo quattro giorni, i ristoranti coinvolti hanno avuto un grande riscontro di pubblico. Per questo abbiamo voluto prolungarla a circa dieci giorni: da oggi, 2 maggio, al 13».
Ci spieghi un po’ com’è nata l’idea di questa iniziativa.
«Da tempo ragionavamo sulla creazione di un nuovo appuntamento che potesse aiutare a diffondere maggiormente la cultura gastronomica legata al piatto dello stoccafisso all’anconitana. Così ci siamo confrontati all’interno dell’associazione ed è arrivata la proposta di realizzare una sorta di periodo dedicato al piatto della tradizione anconetana con il coinvolgimento dei ristoranti storici che hanno tutto l’anno in menù lo stoccafisso e quelli che sarebbero in grado di proporlo, se non ogni giorno, almeno in particolari periodi. Ed eccoci, quindi, alla manifestazione “Stoccafisso de San Ceriago”».
C’è un altro scopo oltre alla maggiore diffusione del piatto della tradizione?
«Questa manifestazione è nata ufficialmente nel 2021, dopo il secondo lockdown. Quindi viene da sé che l’altro scopo era sicuramente quello di aiutare le attività di ristorazione in difficoltà dopo gli effetti economici della pandemia».
Se anche quest’anno la manifestazione dovesse avere il successo sperato, è possibile che venga prolungata ulteriormente?
«Ne abbiamo già parlato tra i soci e quelli che noi consideriamo i nostri ristoranti di riferimento, ovvero quelli che propongono quotidianamente lo stoccafisso, ma ci è stato detto che se dovessimo arrivare a farla durare un mese perderebbe quella sua caratteristica di autenticità e di novità. Quindi, posto che secondo noi i 10 giorni di quest’anno sono ottimali per una riuscita dell’evento, al massimo potremmo farla arrivare a due settimane».
Poi c’è l’evento storico dell’Accademia: ovvero, Stoccafissando. State già preparando l’edizione 2022?
«Non siamo ancora scesi nei dettagli organizzativi, ma ovviamente ci stiamo pensando. Intanto vorremmo cercare di definire il periodo, perché negli ultimi anni la manifestazione si è svolta alla fine di ottobre. Mentre storicamente veniva programmata a settembre. Visto che con l’autunno potrebbe manifestarsi una recrudescenza del covid, è probabile che torneremo a farla a settembre».
Lei ha parlato di un cambio di cariche all’interno dell’associazione. Ma c’è stato anche un ricambio generazionale?
«Assolutamente sì. Abbiamo fatto entrare diversi soci di età intorno ai 40 anni, quando l’età media dei membri dell’Accademia è sempre stata molto più elevata. Questo perché crediamo che la cultura gastronomica dello stoccafisso all’anconitana, per diffondersi, abbia bisogno di essere apprezzata anche dai giovani».
In effetti oggi si considera giovane un quarantenne, ma in realtà i giovani sono i teenager.
«Guardi, le racconto un episodio: lo scorso 25 aprile abbiamo organizzato una conviviale a cui hanno partecipato i soci dell’associazione con le loro famiglie. E un socio si è presentato con i due figli di 15 e 17 anni. Mi sono avvicinato e ho chiesto a questi ragazzi cosa ne pensassero dello stoccafisso. E con grande sorpresa mi sono sentito rispondere che è il loro piatto preferito».
Quindi è possibile che organizziate anche qualcosa per i ragazzi?
«Quell’episodio è stato folgorante. Infatti sto ragionando proprio su una proposta che possa essere mirata sui giovani e nelle location da loro frequentate».