Ancona-Osimo

Rosanna e il suo piccolo Davide, la vita oltre il tumore

Scopre di avere un tumore alla tiroide ma decide di avere un figlio ugualmente, contro il parere dei medici. Sospende le cure e realizza il sogno di diventare mamma. Oggi il piccolo Davide ha un anno e Rosanna combatte ancora con la malattia

Rosanna e il suo bambino Davide

ANCONA – L’amore materno, si sa, è in grado di superare ogni ostacolo, ma in alcuni casi questa forza si manifesta ancora prima della nascita figli, quando il bambino non ha preso forma nel corpo della mamma, è ancora solamente una idea, un desiderio, un sogno, eppure già profondamente radicato.

La storia di Rosanna e del suo bambino Davide racconta la forza della vita, oltre ogni ostacolo. «Mi sono ammalata di tumore nel 2019 – racconta Rosanna Lovreglio, promotrice finanziaria -: quando l’ho scoperto il tumore alla tiroide era già al quinto stadio con metastasi: mi sono operata due volte e mi sono sottoposta a tre cicli di radio terapia». Dopo le cure a Pisa, a fine 2020 Rosanna all’epoca 39enne si reca dal suo ginecologo per capire se può pianificare una gravidanza.

«Avevo un fortissimo istinto materno – racconta -, ma i medici hanno sconsigliato una gravidanza. Io però non mi sono arresa e d’accordo con mio marito abbiamo tentato». Un tentativo subito riuscito perché nel gennaio 2021 Rosanna resta incinta.

«Ho smesso subito le cure per il tumore – dice -, mio marito e i miei erano preoccupati. La gravidanza procede, ma il tumore si ripresenta ancora più aggressivo e pericoloso. Rosanna viene ricoverata al Salesi di Ancona dove lotta con grande coraggio per difendere la vita che è in lei, anche a discapito della propria. «I medici volevano farmi partorire, ma sono riuscita a tenere duro e ad arrivare a 35 settimane più uno, ogni settimana in più era un grande traguardo, è stata una lotta all’ultimo sangue. Ero terrorizzata dall’ipotesi che mio figlio potesse finire in terapia intensiva».

Davide nasce sanissimo nel settembre del 2021 per la gioia della sua famiglia. «Mio figlio è nato alle 12, alle 17 io ero già attaccata alla flebo per la terapia oncologica». Rosanna viene operata quattro volte per il tumore, «mi hanno dovuto svuotare i linfonodi latero-cervicali. Come se non bastasse il 25 ottobre muore mio padre. Devo ringraziare il Padre Eterno – racconta – che mi ha dato questa forza».

«In tanti mi hanno criticata per aver sospeso le cure oncologiche – spiega -, mi hanno detto che avrei lasciato mio figlio orfano, ma sotto i ferri c’ero io e sono io ad aver rischiato. La vita è la cosa più bella ed emozionante che ci sia. Appena ho smesso le cure sono rimasta subito incinta, non avevo niente dalla mia parte, per questo credo che dietro ci sia un disegno più grane. Spero che mio figlio capisca quanto l’amore sia importante nella vita di tutti».

Il messaggio di Rosanna alle donne è quello di fare prevenzione perché «fa la differenza. Io sono arrivata tardi e sto ancora combattendo». Ora è in fase remissiva con metastasi ferme. «A maggio avrò la Pet, i medici decideranno se farmi fare un altro ciclo di cure o se intervenire».