ANCONA – Stretta sul fumo del Ministero della Salute: è davvero necessaria? E quali sono i rischi derivanti dalle sigarette? E ancora: davvero le e-cig (cioè le sigarette elettroniche,) sono totalmente innocue per la salute umana? E soprattutto: perché già a 11 anni si va in tabaccheria a chiedere sigarette monouso? Lo abbiamo chiesto alla dottoressa Lina Zuccatosta, direttore Sod di Pneumologia e del dipartimento di Medicina interna dell’Azienda ospedaliero universitaria delle Marche. «Probabilmente l’età si è abbassata tanto per il fumo, quanto per il vino e tutti gli altri prodotti voluttuari» sostiene.
Raggiunta al telefono, il medico snocciola punto per punto i danni derivanti dal fumo di sigaretta: «Mentre le categorie culturalmente preparate conoscono i danni del fumo e aderiscono alle campagne, lo strato sociale più in difficoltà è quello dei giovanissimi, che sono ancora i principali consumatori. Da parte loro, ci sono poca maturità e scarsa consapevolezza dei danni, quindi si avvicinano alle tabaccherie, invogliati, tra l’altro, da nuovi e accattivanti dispositivi quali le sigarette monouso. Credo che le normative proposte – prosegue – si propongano l’obiettivo di arginare e limitare il più possibile il fumo, scoraggiando questa abitudine».
E poco importa che siano sigarette tradizionali o elettroniche, perché «si tratta pur sempre di fumo». In fondo, non è poi così vero che quelle elettroniche sono solo vapore e non causano danni. Dettagliata la precisazione di Zuccatosta: «Le sigarette elettroniche non contengono i fattori implicati nella carcinogenesi e i prodotti di combustione della carta, ma la vaporizzazione crea irritazione nell’albero respiratorio».
Dunque, «le sigarette elettroniche non sono innocue, perché vi è comunque una esposizione a vapori, che sono irritanti. Basti pensare – fa la dottoressa – che in molte fabbriche c’è un’attenzione estrema a fumi e vapori per i danni irritativi che possono provocare. Ed è la stessa cosa con le sigarette. Sicuramente le evidenze che si hanno per il fumo di sigarette tradizionali sono maggiori, in quanto le sigarette elettroniche sono un fenomeno nuovo su cui si sta ancora studiando».
«Ma il vapore – ribadisce – è un agente irritante ed è spesso generato da una base oleosa dei liquidi che può dare polmoniti nei pazienti fumatori. Certo, non è cancro, ma è comunque un’alterazione del polmone». Nel caso il messaggio non sia chiaro: «Le sigarette elettroniche non sono assolutamente da incoraggiare».
Il cancro, dicevamo: «Il fumo è ancora una delle prime cause di tumore. Il carcinoma del polmone si riferisce per l’80% a pazienti che fumano. Il tabacco rimane la causa principale per il tumore del polmone, per la broncopatia cronica (terza causa di morbilità e morte per malattie croniche) e una delle più importanti cause nelle malattie cardiovascolari».
Quindi, «il danno è ampiamente noto e dimostrato», commenta la direttrice di pneumologia di Torrette. A fare la loro parte, persino i tumori alla gola, o meglio «i carcinomi squamo cellulari della laringe, che provengono per l’80% da fortissimi fumatori». Per non parlare di «polipi e cancri alle corde vocali e alla vescica».
Zuccatosta si sofferma sulla vescica. A Torrette sono stati raccolti dati, studiando vari casi che dimostrano le evidenze statistiche del mondo scientifico. Ne risulta che «i tumori della vescica, prevalentemente nel sesso maschile (ma pure tra le donne) sono correlati al fumo. Un danno a distanza: perché se è intuitivo il tumore a laringe, trachea e polmoni, beh, la vescica appare come un organo distante», che non possa essere intaccato dal fumo. «Eppure c’è una stretta correlazione tra fumo e vescica. Il fumo è dannoso sia dal punto di vista oncologico sia dal punto di vista della malattia cronica».
E ancora: «Cosa direi a uno degli undicenni che cercano il tabacco? Di darci un taglio, come si suol dire». Poi si rivolge direttamente a loro, ai giovanissimi: «Ragazzi, state facendo una grossa stupidaggine, un grandissimo errore. Magari ora non ve ne rendete conto, ma il primo tiro è l’inizio di una abitudine che sarà difficile poter sospendere».