ANCONA – Giù i consumi elettrici e di gas, abbassando la temperatura dei termosifoni negli edifici pubblici e riducendo l’uso dei condizionatori. Il piano del Governo, che dà una stretta ai consumi per cercare di ridurre la dipendenza dal gas russo e limitare gli sprechi, scatterà dal 1° maggio. Un provvedimento che arriva in seguito al conflitto Russia-Ucraina e alle conseguenti sanzioni varate dall’Unione Europea.
La misura, che in prima battuta interesserà gli edifici sedi di pubbliche amministrazioni e scuole, ma non ospedali, cliniche e case di cura, scaturisce dall’emendamento al decreto Energia, a firma del Movimento 5 Stelle, approvato in commissione Ambiente e attività produttive.
«Tenere il termostato abbassato e poi il prossimo inverno il riscaldamento abbassato? Persone come il sottoscritto non avranno problemi a farlo ma tante persone che vivono nel sud Italia, dove d’estate si raggiungono temperature record, avranno difficoltà a lavorare – afferma il senatore marchigiano del Movimento 5 Stelle Mauro Coltorti -. Il risparmio energetico è possibile ma dovremmo pensare a risparmiare sull’energia sprecata per beni superflui e razionalizzare le catene produttive anche degli alimenti dato che ogni anno sprechiamo oltre il 30% di quello che produciamo».
Secondo il presidente della Commissione Infrastrutture e Trasporti del Senato, «dovremmo adottare tecniche virtuose in agricoltura dove per l’irrigazione usiamo ancora tecniche a dispersione che implicano lo spreco di quantità immani di energia. Sono decenni che il Movimento 5 Stelle chiede una politica energetica meno “sprecona” ma soprattutto di andare rapidamente verso un sempre maggiore investimento nelle energie rinnovabili ed il Paese ha dovuto attendere il nostro arrivo al governo per vedere i primi seri investimenti ma purtroppo non ancora adeguati all’emergenza che stiamo vivendo. La situazione attuale – aggiunge – richiede sforzi straordinari e purtroppo credo che risparmiare sul termostato serva poco. E purtroppo non servirà affatto a far cessare il conflitto ma solamente a fronteggiare una crisi economica ed energetica innescata dalle azioni politiche ed economiche di risposta all’invasione russa dell’Ucraina. Non nego – conclude – che avrei preferito che l’Italia si ponesse da subito con toni più concilianti come possibile intermediario per una soluzione di pace di cui ad oggi non si vedono tentativi adeguati da entrambe le parti».
La misura
In pratica dal 1° maggio 2022 al 31 marzo 2023 la temperatura media negli edifici pubblici non dovrà superare i 19 gradi centigradi in inverno e non dovrà scendere sotto i 27 gradi in estate, con un margine di tolleranza di due gradi centigradi. Per le pubbliche amministrazioni che violano la norma è prevista una sanzione dai 500 ai 3mila euro.
Al momento la misura non interesserà le abitazioni private, anche se una razionalizzazione dei consumi porterebbe ad un risparmio sulla bolletta del gas in inverno (termosifoni) e su quella dell’elettricità in estate (condizionatore).
Le perplessità di Federconsumatori
Ma Federconsumatori esprime perplessità sulla misura: «Non è un intervento risolutivo, né per ridurre la dipendenza dal gas russo, né per contrastare il caro bollette – spiega Patrizia Massaccesi, presidente regionale dell’associazione dei consumatori -. Servono interventi strutturali e in tempi rapidi, perché tante famiglie non riescono più a far fronte a bollette dell’energia elettrica e del gas in alcuni casi anche triplicate».
Federconsumatori in tal senso fa notare che «se la misura dovesse essere estesa anche alle abitazioni private, occorre tenere in considerazione che non tutti possono abbassare i termostati, penso agli anziani, alle persone con patologie croniche che hanno bisogno di stare calde in inverno e fresche in estate».
L’associazione accende i riflettori sulla necessità di calmierare i prezzi di energia elettrica e gas spinti in alto «dalla speculazione, visto che ancora il gas russo continua ad arrivare. Occorre eliminare le accise: la rateizzazione non è una misura risolutiva, dal momento che le bollette arrivano ogni due mesi, e in questa maniera le spese non fanno altro che accumularsi».