ANCONA – Il tema dell’impiantistica sportiva sta tornando prepotentemente alla ribalta delle cronache negli ultimi giorni. Legato a questo contesto, con radici forse più profonde, sul social ha impazzato nei giorni scorsi la vicenda legata allo storico “Campo Roscio” del Quartiere Q2, in zona Baraccola. Il campetto, un tempo luogo di aggregazione e crescita di tante generazioni di ragazzi e giovani calciatori, è oggi in malora.
Ad accendere i riflettori è stato un post su Facebook di Alessandro Giordano, uno dei tanti di quella leva di ragazzi che sono cresciuti calcandolo da mattina a sera, incuranti del tempo. La sua appassionata denuncia è stata presa a cuore dal Consigliere Comunale Diego Urbisaglia che nelle ore seguenti si è recato con l’Assessore allo Sport Andrea Guidotti, i tecnici comunali e l’agronomo a fare un sopralluogo dello stesso impianto.
Per capirne di più, e vedere come la riqualificazione di questa struttura sportiva possa essere utile a tutta la cittadinanza abbiamo intervistato direttamente Urbisaglia, che con grande disponibilità si è sottoposto alle nostre domande.
Innanzitutto grazie Consigliere per quest’intervista..
«Grazie a voi per la visibilità che date all’iniziativa».
Cosa l’ha spinta a prendersi a cuore la storia del campo e iniziarne un’opera di riqualificazione?
«La scintilla che mi ha fatto attivare presso l’Assessorato allo sport e gli uffici comunali è stato senza dubbio il grido di dolore lanciato da Alessandro Giordano, un caro amico e residente nel quartiere, che ne denunciava lo stato di abbandono e ricordava come quel campetto, che per tutti era il Campo Roscio, sia stato per anni luogo di incontro e di aggregazione per il quartiere e anche per chi veniva da altre zone della città. Come consigliere comunale attento alle richieste e alle necessità del mio territorio mi sono subito attivato verso l’assessorato che devo dire ha recepito prontamente le mie richieste».
Una struttura del genere, in termini di aggregazione, quanto importante può essere per tutto il quartiere e la cittadinanza?
«Per anni il “campo roscio”, il circoletto e il campo di bocce sono stati luoghi di incontro di socialità e di sport per molti giovani e meno giovani. Oggi questi campetti rionali sono sempre più vuoti, i circoletti sono più quelli che chiudono che quelli che aprono. I giovani se ne stanno sempre più di fronte alle console e gli anziani sempre più soli dentro le loro case. Così non va bene e se recuperare una struttura come quella può aiutare, allora bisogna attivarsi, e io l’ho fatto».
Come intendete strutturare il progetto?
«Intanto volevo ringraziare l’Assessore Andrea Guidotti che confrontandosi con il sottoscritto ha deciso di fare un bando di costruzione e gestione. La gestione sarà pluriennale e l’ aggiudicatario si impegnerà a ristrutturare il campo e le parti ammalorate della struttura. Il comune da parte sua si è impegnato ad abbattere degli alberi le cui radici stavano (e avrebbero continuato a farlo), distruggendo il terreno di gioco…la cosa importante è che nel bando verrà previsto e garantito l’uso pubblico ossia che i ragazzi del quartiere in determinati orari potranno usufruire liberamente del campetto».
Sulla scia di questa iniziativa, quante aree secondo lei si possono riqualificare in tutta la città di Ancona?
«Sono già parecchi gli impianti che il Comune ha messo a bando con la formula costruzione e gestione, ovviamente le operazioni si possono fare laddove ci sia un impianto la cui gestione poi possa creare un ritorno economico, altrimenti solo un folle spenderebbe soldi per ristrutturare un impianto sportivo che non fa quantomeno rientrare dell’investimento fatto».
E in generale, per chiudere, com’è la situazione ad Ancona degli impianti pubblici riservati allo sport come campi da calcetto, da basket, piste da pattinaggio ecc.ecc.?
«Ancona vanta un numero e una varietà di impianti sportivi che poche altre città possono dire di avere. Il problema è riuscire a fare l’adeguata manutenzione. Una cosa però la voglio dire: dobbiamo fare di più sui campetti e sulle strutture sportive di quartiere, da quando non ci sono più le circoscrizioni, il degrado ha preso campo, i ragazzi giocano e fanno sport sempre di meno nei campetti sotto casa. Va fatto un intervento massiccio su queste strutture sportive che spesso con poche migliaia di euro possono essere rimesse a posto, altrimenti degrado e abbandono chiamano altro degrado e abbandono. Il mio intervento sul campo Roscio nasce proprio da questo rischio. Chiaramente anche la popolazione deve poi averne cura, ma questo è un altro discorso».