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Ancona, studenti truccavano il registro elettronico di classe: messa alla prova per evitare il processo

Gli indagati sono 23 ragazze e 11 ragazzi di tre classi diverse, appena 18enni. Entrando con le password dei professori, modificavano assenze, ingressi e voti

tribunale di Ancona
Tribunale di Ancona

ANCONA – Entrate ed uscite fuori orario e brutti voti che magicamente sparivano. L’avevano pensata bene un gruppo di studenti che per un intero anno scolastico hanno cambiato a piacimento assenze e voti commettendo più di un reato. La prassi era entrare nel registro elettronico della classe grazie alla password di almeno due professori.

Adesso in quattro rischiano un processo mentre altri 30 ieri – 24 gennaio – hanno fatto richiesta di messa alla prova, attraverso i propri avvocati, per evitare il giudizio. La vicenda è quella di un gruppo di studenti che frequentavano la scuola superiore Banincasa-Savoia di Ancona, nell’anno scolastico 2015-2016. Accesso abusivo al sistema informatico e falso materiale le accuse che hanno fatto finire i ragazzi, tutti 18enni all’epoca dei fatti, davanti alla gup Francesca De Palma del tribunale di Ancona dopo che la Procura ha chiesto per loro il processo.

I ragazzi hanno anche l’aggravante di aver danneggiato i dati in possesso della scuola. Ieri, durante l’udienza preliminare fissata, la maggior parte di loro ha presentato richiesta di messa alla prova, attraverso uno stuolo di avvocati, Manuel Piras, Giacomo Curzi, Roberta Di Martino, Andrea Rossolini, Alessio Stacchiotti e altri, il cui progetto però si potrà definire solo a partire da maggio. Per questo la giudice ha rinviato al 23 giugno prossimo l’udienza dove deciderà anche se rinviare a giudizio gli altri quattro accusati. Chi ha chiesto la map deve presentare un progetto incentrato su un percorso di volontariato che mostri impegno e pentimento.

Nell’indagine madre, partita perché la preside dell’istituto, allora la reggenza era di Alessandra Rucci, si era accorta di discrepanze tra il registro elettronico e documenti cartacei, c’erano finiti anche i genitori dei ragazzi ma per loro le posizioni sono state archiviate perché hanno dimostrato di non essere loro a collegarsi da pc e linea internet utilizzata dai figli per accedere al registro. Gli indagati sono 23 ragazze e 11 ragazzi, di tre classi diverse, per lo più dell’ultimo anno. Entrando con le password modificavano le assenze fatte e gli ingressi in ritardo. Solo alcuni avrebbero corretto anche brutti voti. Ora sono quasi tutti laureati e vorrebbero solo chiudere quella brutta pagina.