FALCONARA MARITTIMA – Dopo ogni forte pioggia, gli scolmatori riversano liquami fognari in mare che comportano il divieto temporaneo di balneazione ad Ancona e a Falconara e, per le due amministrazioni è arrivato il momento di concretizzare gli interventi da tempo individuati come prioritari per evitare o comunque ridurre lo scarico di liquami in mare.
La questione degli sversamenti fognari è stata oggetto di un incontro con il sindaco di Ancona Valeria Mancinelli, ricevuta questa mattina al Castello dal sindaco di Falconara Stefania Signorini. Quello di oggi è stato il primo incontro ufficiale tra i sindaci dei due Comuni limitrofi, impegnati ad affrontare in maniera congiunta la tematica dell’inquinamento temporaneo lungo il litorale e a trovare soluzioni anche strutturali per mitigare il fenomeno. I sindaci Mancinelli e Signorini intendono chiedere un nuovo incontro con i rappresentanti di Multiservizi, la società che gestisce il sistema fognario dei due Comuni, che ha commissionato uno studio per individuare interventi strutturali capaci di evitare o comunque ridurre lo scarico di liquami in mare.
Per trovare una soluzione i due Comuni, lo scorso anno, avevano dato il via libera agli interventi da 36 milioni di euro finalizzati a realizzare, nell’arco di 6-7 anni, le opere destinate a far diminuire i casi di apertura degli scolmatori che causano gli sversamenti fognari in mare. Le giunte di Ancona e Falconara avevano scelto la cosiddetta proposta C di Multiservizi, con alcuni accorgimenti aggiuntivi dell’Università, perché ritenuta la meno costosa e attuabile per stralci. Per Ancona gli interventi proposti dall’Univpm riguardano: a Collemarino, la realizzazione di una vasca di prima pioggia di grande dimensione nell’area ex Fiat con volume previsto di 5.000 mc; intervento sul fosso Manarini e, secondariamente sul fosso della Palombina, finalizzato alla rinatulizzazione dei corsi d’acqua separando gli scarichi fognari che vi confluiscono. Per Falconara Marittima invece è prevista la realizzazione di un collettore di gronda per acque miste lungo via Volta, via Galilei, via Matteotti, via Elia con verifica, in termini di percorso plano-altimerico, della possibilità di attraversamento della ferrovia, disponibilità di aree per la vasca di prima pioggia, capacità idraulica del fosso della Castellaraccia. E ancora, la realizzazione di vasche diffuse sul territorio. Per l’intero bacino idrografico si ipotizzano opere immediatamente a valle degli scolmatori costituite da condotte sottomarine per la dispersione dei reflui al largo della costa e da vasche di prima pioggia da realizzarsi in prossimità degli arenili.
I due sindaci hanno deciso inoltre di chiedere al più presto un incontro con l’assessore regionale all’Ambiente Angelo Sciapichetti e con il dirigente regionale Stefania Tibaldi. Attraverso un protocollo d’intesa siglato il 18 gennaio i Comuni di Ancona e Falconara hanno infatti avviato un tavolo con Regione Marche, Asur e Arpam per valutare, a fronte del fenomeno di inquinamento temporaneo, una riduzione dei tempi di divieto di balneazione che tenga conto delle statistiche ricavate dalle analisi: i campionamenti e gli esami dell’Arpam sulla qualità dell’acqua marina hanno dimostrato che in genere, dopo 24 ore (ossia nel momento del campionamento delle acque), l’inquinamento non è più presente. Per attendere i risultati delle analisi occorre però mantenere in vigore il divieto per 72 ore. Il tavolo di lavoro avviato dalla Regione mira proprio ad accorciare i tempi di attesa, per non penalizzare i bagnanti e gli operatori.