ANCONA – Taglio del nastro per la prima criobanca delle Marche. Nel laboratorio, ubicato al piano interrato della palazzina Murri della Facoltà di Medicina e Chirurgia dell’Università Politecnica delle Marche ad Ancona, verranno conservati campioni di tessuto e sangue donati volontariamente dai pazienti alla ricerca con l’obiettivo di sviluppare e testare nuovi farmaci, sviluppare ricerca scientifica, condividendone e conservandone i risultati e soprattutto sviluppare nuove terapie personalizzate per malattie rare, malattie invalidanti e tumori (soprattutto leucemie acute), per dare vita alla medicina di precisione.
Il progetto Criobanca Marche Biobank (che aveva preso avvio a fine 2019), vale complessivamente 10,3 milioni di euro, ed è stato cofinanziato dalla Regione Marche con i fondi Fesr (5,4 milioni), e da un partenariato costituito da 3 università marchigiane (Univpm, Uniurb, Unicam), 10 aziende marchigiane (capofila Diatheva, Angelini Pharma, Bimind, Diatech Pharmacogenetics, Pharmaprogress, Prosopika, Prosilas, Mivell, Recusol, Gluos) e dalla Fondazione Cluster Marche.
Un progetto che «mette insieme tutte le migliori intelligenze della nostra regione: le tre università, la ricerca scientifica, ma soprattutto anche le aziende farmaceutiche», ha spiegato l’assessore il vicepresidente della Giunta regionale e assessore alla Sanità Filippo Saltamartini. «Nelle Marche ci sono importantissime aziende» farmaceutiche ha sottolineato l’assessore alla Sanità, le quali oltre a partecipare al progetto, producono ed esportano contribuendo in maniera significativa alle esportazioni del Paese.
«Questo progetto fa parte di una visione strategica» della «nostra regione» ha detto, annunciando che dalla Conferenza delle Regioni di ieri è emerso che la sanità marchigiana «si colloca al quinto posto come benchmark sui Lea» e che per questo «quando verrà ripartito il fondo sanitario nazionale, noi insieme a Lombardia, Emilia-Romagna, Toscana e Veneto, riceveremo un aumento del contributo nazionale». «Vorrei smentire il pessimismo» ha aggiunto, «perché le Marche rappresentano una delle regioni più importanti per qualità a livello nazionale». Tra le linee di sviluppo future della Criobanca c’è anche quella nel campo della nutraceutica per la prevenzione e la gestione delle malattie croniche come il diabete mellito di tipo II e l’osteopenia.
L’assessore alle Attività Produttive Andrea Maria Antonini nel suo intervento ha rimarcato che le Marche «è la regione che nel 2022 ha esportato di più» con un incremento «del 22%». «Le imprese del farmaco – ha detto – figurano al primo posto nel panorama» nazionale «per competitività, intensità di ricerca, sviluppo ed esportazione. Nella farmaceutica la dimensione media delle imprese è più grane rispetto alla media dell’industria» e «le startup rappresentano una componente importante per il settore» e «in base ai più recenti dati Istat la farmaceutica è il settore con la più alta quota di imprese che svolgono attività innovative e in questo settore assumono grande rilievo le biotecnologie».
Inoltre, ha sottolineato l’importanza di «favorire il trasferimento tecnologico dai centri di ricerca direttamente alle aziende attraverso collaborazioni virtuose e mirate con i ricercatori: il tutto facendo leva su un capitale umano professionale e altamente qualificato» da qui l’auspicio «che la piattaforma ‘Biobanca’ possa diventare, in breve tempo, un punto di riferimento assoluto, non solo a livello locale, ma anche e soprattutto su scala nazionale ed europea, affiancando così le imprese, gli enti di ricerca universitari e le associazioni di volontariato nello studio di malattie genetiche, rare ed oncologiche».
Ronnie Garattoni manager della Fondazione Cluster Marche ha spiegato che «Biobank è una delle piattaforme collaborative regionali finanziate dalla Regione Marche con Fondi Fesr, sul tema salute, ed esistono anche altre tre piattaforme: una sull’Industria 4.0, una sugli Ambienti di vita e una sui Materiali».
Il rettore dell’Università Politecnica delle Marche, Gian Luca Gregori, ha sottolineato che l’iniziativa «si pone all’interno di una iniziativa ben più ampia» di «creare dei laboratori in tutto il territorio: ne abbiamo due a Jesi, uno a Camerino» e quello di Ancona inaugurato oggi che «prevede la collaborazione dell’Università di Urbino, dell’Università di Camerino e della nostra università, con una logica di laboratori diffusi sul territorio. Un aspetto particolarmente innovativo che ci ha permesso di entrare in un progetto Pnrr sulla medicina di precisione. Grande soddisfazione e grande festa della ricerca».