ANCONA – Partirà fra pochi giorni all’Ospedale regionale di Torrette di Ancona, la sperimentazione del primo farmaco antitumorale agnostico, cioè che agisce in maniera selettiva su alcune mutazioni genetiche, indipendente dall’organo colpito dalla malattia. Ancona, insieme a Milano, Verona e Napoli, è tra i sei centri italiani che attiveranno il protocollo che rappresenta ad oggi l’ultima frontiera nell’oncologia di precisione.
Destinatari della nuova terapia, che sarà impiegata per il trattamento delle neoplasie caratterizzate da fusione dei geni NTRK (Neurotrophic Tyrosine Receptor Kinase), sono i malati oncologici con tumori solidi avanzati o metastatici. La presentazione del protocollo sperimentale, questa mattina a Torrette alla vigilia della Giornata Mondiale contro il Cancro, alla presenza dell’assessore regionale alla Sanità Filippo Saltamartini, dei vertici dell’Azienda ospedaliero universitaria Ospedali Riuniti di Ancona.
«Lo studio – afferma Rossana Berardi, ordinario di Oncologia all’Università Politecnica delle Marche e direttrice della Clinica Oncologica di Torrette – andrà ad utilizzare, per la prima volta nell’uomo, PBI-200, un nuovo farmaco intelligente che colpisce il bersaglio NTRK». Si tratta di «un nuovo inibitore chinasico reversibile» che si somministra in compresse.
A partecipare allo studio saranno quei pazienti che hanno manifestato una progressione della malattia durante o dopo almeno un trattamento oncologico o per i quali non esista una terapia disponibile. L’assessore Saltamartini nel suo intervento ha sottolineato che «l’emergenza coronavirus non ha fermato i reparti di oncologia medica» e che la garanzia della prosecuzione delle terapie anticancro è basilare» anche in una situazione di pandemia. «La Giornata Mondiale contro il Cancro – ha aggiunto – in questo caso è anche un’occasione per presentare un protocollo innovativo, che potrebbe rivoluzionarne la cura. Ma non dobbiamo neppure dimenticare la prevenzione, perché il 40% dei tumori è potenzialmente prevenibile».
Agli Ospedali Riuniti di Ancona, dal 2019 è istituito un tavolo aziendale per gli studi di fase I, coordinato dalla professoressa Berardi, cui afferiscono varie strutture (Clinica Oncologica, Clinica Ematologica, Medicina d’Urgenza, Medicina di Laboratorio e Farmacia), che hanno ottenuto l’accreditamento ministeriale da AIFA, per la conduzione degli studi clinici precoci.
Il direttore generale degli Ospedali Riuniti di Ancona, Michele Caporossi, ha sottolineato che «la nuova frontiera dei farmaci ‘agnostici’ promette un futuro anche prossimo di grandi risultati e grande efficacia. Noi ci siamo e ci saremo con convinzione. La ricerca è la chiave che apre il campo a traguardi sinora insperati. È l’oncologia a fare da battistrada e molte altre discipline cliniche si affacciano a questa dimensione con successo».
Il direttore sanitario Arturo Pasqualucci ha invece rimarcato che nel 2021 in ambito oncologico «sono stati effettuati 723 interventi di chirurgia senologica, 3166 prestazioni di genetica oncologica, quasi 16.000 visite oncologiche, oltre 15.000 accessi per Day Hospital Oncologico» mentre nel Molecular Tumor Board, attivato nel giugno scorso, sono stati valutati «ben 35 pazienti provenienti da tutte le oncologie marchigiane ed è stato per loro possibile effettuare una mappatura genetica senza farli spostare dal loro territorio».
«Ancona e il suo territorio, storicamente terra di frontiera – ha detto il consigliere regionale Mirko Bilò -, possono vantare di essere uno dei 6 avamposti italiani per la ricerca nelle cure oncologiche d’avanguardia ad ulteriore testimonianza dell’eccellenza frutto del connubio tra Ospedali Riuniti ed Università Politecnica delle Marche. La sperimentazione di nuovi farmaci oncologici, unita alla qualità delle specializzazioni presenti, consentirà ad Ancona e alle Marche di rafforzare il ruolo di polo di riferimento per il centro e il sud Italia».