ANCONA – Nuovo passo in avanti per l’home port crocieristico nell’area del porto antico. Oggi il consiglio comunale ha approvato la delibera sul banchinamento del fronte esterno del molo Clementino dove, nascerà il nuovo terminal crociere, e ha dato il nullaosta all’attivazione della procedura di variante localizzata che, come ha spiegato l’assessore al Porto Ida Simonella «consentirà di cambiare nel piano regolatore portuale la destinazione d’uso, da un utilizzo per navi militari e mezzi di servizio a finalità crocieristiche». La conclusione dei lavori della Conferenza dei servizi è prevista per il 29 aprile, quindi il consiglio è stato chiamato a dare il nullaosta entro questa data.
Lo scalo marittimo anconetano non dispone, al momento, di banchine di adeguata lunghezza in grado di garantire l’approdo di grandi navi da crociera di moderna generazione (di lunghezza pari a 350metri). L’Autorità di Sistema Portuale intende dunque realizzare un nuovo terminal con il banchinamento del fronte esterno del molo Clementino, per far attraccare le grandi navi, lunghe fino a 350 metri. «Le navi da crociera che entrano nel porto di Ancona – ha spiegato la Simonella – sono sempre più grandi ed è necessario realizzare una nuova banchina. Il progetto dell’Adsp è strategico per l’Amministrazione ed è un intervento complementare a quanto previsto nell’ambito dell’Iti Waterfront 3.0. Non a caso domenica scorsa sono state inaugurate le Sale del Basamento a Palazzo degli Anziani che, non appena sarà pronta la banchina, ospiteranno l’Urban Center, un centro di accoglienza turistica 3.0 per visitatori e turisti con tecnologie 3D. La nuova banchina è un’occasione di sviluppo straordinario e Ancona potrà diventare un hub crocieristico di primaria importanza, punto di partenza e destinazione finale delle navi. Anche l’impatto economico, in termini di ricadute di tipo turistico sulla città, sarà superiore».
Il costo complessivo dell’opera è stimato in 22,2 milioni e l’orizzonte temporale considerato è di 52 anni: 2 anni per la realizzazione dell’opera e 50 di operatività del progetto. «Il progetto d’investimento – si legge nella relazione – rappresenta uno straordinario fattore di sviluppo economico per l’intera area di riferimento generando un flusso di cassa economico-sociale complessivo di 77 milioni». L’analisi finanziaria stima a regime (dal settimo anno in poi) 130 approdi con un flusso di quasi 400mila crocieristi (tra imbarco/sbarco e in transito) e quasi 70mila membri di equipaggio. «La spesa generata dal traffico crocieristico (in tutte le sue componenti) e il relativo valore aggiunto generato – si legge – si traducono inoltre in incremento dell’occupazione, generando circa 1.468 unità lavorative». Dal settimo anno «la spesa dei crocieristi e dei membri dell’equipaggio è di circa 35 milioni l’anno». Stimate anche le cosiddette «ricadute economiche negative» tra cui «l’inquinamento ambientale generato dall’incremento del traffico crocieristico e l’inquinamento dovuto al maggior traffico automobilistico che raggiungono la città». I costi sociali sono stati stimati in circa 15,5 milioni l’anno.
«L’Adsp ha ritenuto di avviare questo tipo di variante al piano regolatore portuale – ha spiegato durante la seduta a Palazzo degli Anziani Matteo Paroli, segretario generale dell’Autorità di sistema portuale – per mantenere i traffici crocieristici ad Ancona. Il fenomeno dell’ingrandimento della stazza delle unità navali, sia commerciali sia crocieristiche, ha avuto un avvio alla fine degli anni ’80 ed è tuttora in evoluzione. Le unità da crociera che fino agli anni ’90 avevano una dimensione media di circa 180 metri, oggi sono considerate fuori mercato, non in grado di sostenere i costi a fronte dei ricavi che le compagnie armatrici da quelle unità ricevono. Da qui il fenomeno dell’ingrandimento progressivo costante della lunghezza degli scafi. Le navi continueranno ad essere costruite con dimensioni sempre maggiori e ad Ancona oggi c’è un limite strutturale. L’unità da crociera più grande che riesce ad entrare nel porto dorico e a fare manovra è un’unità da 275 metri di lunghezza, oltre questa dimensione le unità non possono entrare. Ecco perché è necessario creare un nuovo attracco per le crociere. Il progetto consentirà l’ingresso di unità almeno di 330 metri di lunghezza, che riescono a portare fino a 5mila passeggeri più 2mila membri dell’equipaggio, per un totale di circa 7mila persone a bordo».
Il progetto del nuovo terminal (2.400 mq) prevede anche una nuova viabilità. Sono previste «due aree di parcheggio alle estremità del molo» e una nuova strada «da realizzare lungo le mura storiche all’interno dell’area Fincantieri» così da collegare il terminal crociere alla viabilità esistente. Prevista anche «la realizzazione di un parcheggio multipiano, nell’area attualmente in uso a parcheggio per gli addetti di Fincantieri, destinato ai crocieristi che sceglieranno di raggiungere l’home port di Ancona con il proprio veicolo».
«Speriamo – dichiarano i consiglieri della Lega Ausili, Andreoli e De Angelis – che l’approvazione di questa proposta non sia l’ennesimo alibi di un’amministrazione che ha bisogno di gettare fumo negli occhi dei cittadini per nascondere il vuoto politico e progettuale che rappresenta. Sul tema del nuovo banchinamento, infatti, prevale il ruolo dell’Autorità di Sistema portuale, mentre, come emerso nel dibattito in consiglio, niente è stato detto dalla maggioranza politica su come l’amministrazione intenda integrare lo sviluppo del porto con quello della città. Nulla è stato detto su come realizzare una progettazione pluriennale a 360 gradi volta a valorizzare e a sviluppare il turismo e l’accesso alla città: la discussione si perde in sterili polemiche politiche o in interventi di imbarazzante ovvietà, la sostanza non viene mai toccata. Noi già da alcune settimane abbiamo portato all’attenzione di commissione e consiglio un’importante mozione che chiede appunto la costituzione di un tavolo permanente per la pianificazione pluriennale dello sviluppo turistico nella città. Si spera che questa mozione, che sembra essere condivisa dalle forze di maggioranza, sopperisca a questo vuoto argomentativo emerso nel dibattito di oggi».