ANCONA- Porto, traffici di droga, riciclaggio, sanità, stazione unica appaltante e ricostruzione post- terremoto sono questioni sulle quali occorre massima vigilanza anche se nelle Marche, le mafie non sono insediate. «Non è un territorio di insediamento mafioso ma ciò non significa che non ci siano delle presenze». A riferirlo è la presidente della Commissione parlamentare antimafia, Rosy Bindi, quest’oggi (16 novembre) ad Ancona. L’On. Bindi, invitata dal presidente del Consiglio Regionale Antonio Mastrovincenzo, ha incontrato a Palazzo delle Marche i Presidenti dei Gruppi consiliari per parlare di legalità.
«Nelle Marche non ci sono organizzazioni mafiose stabili, locali, clan marchigiani. Almeno così ci risulta. In questa regione la circolazione di sostanze stupefacenti è molto forte, c’è un’attività economica – imprenditoriale – commerciale tra le più significative del Centro Italia e ad Ancona c’è un porto importante. Ci sono tutte le condizioni perché sia territorio di passaggio e di attenzione da parte delle organizzazioni mafiose perché dove ci sono traffici di droga non ci sono solo i piccoli spacciatori ma anche le grandi organizzazioni mafiose soprattutto l’Andrangheta che ha il monopolio e il controllo della cocaina. Fa accordi con le mafie minori, straniere, delinquenza- spiega la presidente della commissione parlamentare antimafia-. Questo denaro viene riversato attraverso il riciclaggio nell’economia legale anche nelle Marche. Sono attività che hanno come unico scopo quello fare investimenti in denaro e non di dar vita ad attività economiche. Ne è un esempio la costruzione di centri commerciali. Per questo motivo non solo le forze di polizia, non solo la magistratura, non solo le prefetture non devono abbassare la guardia ma soprattutto non può farlo la politica, la pubblica amministrazione, i professionisti, le banche, gli imprenditori».
La Bindi ha parlato anche del terremoto che ha colpito duramente la regione. «La tragedia dello scorso anno si è susseguita ad altri eventi sismici di anni precedenti. Si prepara ad essere il cantiere più grande d’Europa nei prossimi anni ed è chiaro che è assolutamente indispensabile la vigilanza. Esperienza comunque ce la siamo fatta: Expo, ricostruzione post terremoto in Emilia Romagna. Esempi come questi ci dicono che possiamo fermare le organizzazioni mafiose. Non dimentichiamoci che usano sempre meno la violenza e usano sempre di più l’arma della complicità. Quelli che una volta erano le loro vittime, oggi diventano i loro complici perché spesso vengono cercati: dai politici per ottenere voti, dagli imprenditori per vincere gare di appalto ecc.. Se questo accade è perché non ci sono sufficienti sentinelle».
La Bindi ha espresso apprezzamento al Consiglio regionale per aver approvato una legge sulla legalità, passo importante per creare attenzione nella società e soprattutto tra i giovani che devono divenire presidi di legalità. «Ringrazio la Presidente Bindi – ha detto Mastrovincenzo – per questa sua visita, per l’opportunità che ci ha offerto, il contributo preziosissimo di analisi e proposte su questa tematica. Una riunione molto apprezzata da tutti i colleghi Capi Gruppo che dimostra ancora una volta la massima attenzione che il Consiglio regionale rivolge a queste tematiche».
All’incontro sono intervenuti l’Assessore regionale Fabrizio Cesetti, la Vice Presidente del Consiglio regionale, Marzia Malaigia, i Presidenti di Gruppo Fabio Urbinati (Pd), Jessica Marcozzi (Fi), Sandro Zaffiri (Lega Nord), Luca Marconi (Udc), Elena Leonardi (Fratelli d’Italia), Sandro Bisonni (Misto), Gianni Maggi (5 Stelle) e i Consiglieri regionali Francesco Micucci (Pd), Gianluca Busilacchi (Misto), Enzo Giancarli (Pd), Fabrizio Volpini (Pd).
E proprio il presidente della Commissione Sanità Fabrizio Volpini ha chiesto se il settore sanitario è da monitorare. «Non ho elementi per le Marche ma posso dire che la sanità è un settore particolarmente intenzionato dalla Camorra e dall’Andrangheta. I settori più a rischio sono gli accreditamenti delle strutture sanitarie e le esternalizzazioni dei servizi» chiarisce Rosy Bindi.