Ancona-Osimo

Terremoto, l’esperienza delle Marche nella gestione della maxiemergenza

L'esperienza marchigiana è stata al centro della cerimonia di apertura al teatro delle Muse del terzo Congresso nazionale SICUT "La chirurgia d'urgenza e del trauma italiana nei contesti di maxiemergenza". Con le scosse del 24 agosto, negli Ospedali Riuniti di Ancona è scattato il Pieimaf per l'arrivo massiccio di feriti.

Cerimonia di apertura al teatro delle Muse del terzo Congresso nazionale SICUT di Primavera

ANCONA- Le Marche sanno bene che cosa è una maxiemergenza. I tre terremoti di agosto, ottobre e gennaio hanno portato devastazione e morte. Il sisma che ha colpito la regione a partire dal 24 agosto 2016 ha richiesto una risposta socio sanitaria immediata. L’esperienza marchigiana è stata al centro della cerimonia di apertura al teatro delle Muse del terzo Congresso nazionale SICUT (Società italiana di chirurgia di urgenza e del trauma) di Primavera “La chirurgia d’urgenza e del trauma italiana nei contesti di maxiemergenza”. Con le scosse del 24 agosto, gli Ospedali Riuniti di Ancona si sono trovati a dover gestire una maxiemergenza. Immediatamente è scattato il Pieimaf (piano di emergenza intra-ospedaliero per la gestione di un massiccio afflusso di feriti) per l’arrivo di numerosi feriti nel nosocomio regionale. Il procedimento ha funzionato bene. Le due eliambulanze hanno volato avanti e indietro nelle zone terremotate. In un’ora sono stati trasportati 14 feriti in codice rosso per traumi da schiacciamento. Tutti fortunatamente sono stati salvati.

«Intorno alle sei del mattino del 24 agosto abbiamo deciso di far partire il primo volo con Icaro 2 dalla base di Fabriano, più vicino ad Arquata del Tronto e Pescara del Tronto. In quelle zone era presente anche un anestesista originario di quelle parti- riferisce Michele Caporossi, direttore generale Azienda Ospedaliero Universitaria Ospedali Riuniti di Ancona-. Immediatamente scattò una grande capacità di trovare le risposte giuste al momento giusto. Anziché fare una postazione medica tradizionale, ci siamo inventati di farne una avanzata sul luogo delle macerie. L’equipe medica si calava con il verricello dove c’erano dei feriti. Abbiamo avuto ricoveri anche da Amatrice. Gli Ospedali Riuniti hanno un Peimaf molto avanzato. Questo strumenti deve diventare una realtà per tutti gli ospedali invece molti sono ancora indietro e non ce l’hanno».

Nella foto, da sinistra: Stefano Miniello, presidente Sicut; Michele Caporossi, direttore generale Ospedali Riuniti; Fabrizio Volpini, presidente commissione regionale Sanità; Andrea Spaterna, prorettore Unicam; Cardinale Edoardo Menichelli; Antonio D’Acuto, prefetto di Ancona; Bona Finocchi, presidente commissione comunale Politiche Sociali; Sauro Longhi, rettore Univpm

Inoltre, a pochi giorni dal terremoto di agosto, la Regione Marche ha emanato i Pdta (percorso diagnostico terapeutico assistenziale), una delle poche regioni in Italia ad esserne dotata. «L’impegno della Regione per questa catastrofe, dalle scosse del 24 agosto continua giorno dopo giorno. Abbiamo dato un segno di grande efficienza e di risposta. Abbiamo ricevuto molti consensi per come abbiamo risposto all’emergenza  dal punto di vista socio sanitario» commenta Fabrizio Volpini, presidente commissione regionale Sanità. La maxiemergenza ha problematiche anche legate all’ordine e alla sicurezza pubblica. «Alle 4 del mattino, subito dopo le scosse abbiamo convocato una riunione. Quando si verificano queste situazioni, tutte le componenti, forze dell’ordine, vigili del fuoco, protezione civile e prefettura si muovono» spiega il prefetto di Ancona, Antonio D’Acunto.

Il prorettore dell’Università di Camerino, il prof. Andrea Spaterna, ha raccontato come l’università si sia subito rimessa in piedi nonostante la devastazione, a cominciare dalle lauree discusse dopo solo due settimane dal violentissimo sisma di ottobre. «É stato un momento drammatico perché in pochi istanti c’è stato il rischio che la nostra università non esistesse più. Abbiamo subito organizzato degli spazi dove poter riprendere a lavorare. I dipendenti sono venuti al lavoro con i pochi vestiti rimasti e nonostante le case distrutte. Dopo l’estate avremo un nuovo campus con 500 posti donati dalle province di Trento e Bolzano. Vogliamo tornare dove eravamo prima, vogliamo rialzarci insieme al territorio». Il rettore dell’Università Politecnica delle Marche, Sauro Longhi, ha parlato dell’importanza della ricerca quando si verificano terremoti. «La ricerca può essere utile ad esempio, nell’aiutare le persone ad individuare delle vie di fuga perché quando si verifica una situazione come il terremoto, non si è razionali. Oppure pensiamo a sistemi di ricerca delle persone sotto le macerie. Il compito dell’Università é di lavorare sulla previsione. Dobbiamo formare gli studenti e creare figure professionali in grado di rispondere alle esigenze. Noi abbiamo un corso di laurea in Scienze Ambientali e Protezione Civile».

Platea al Teatro delle Muse

«Il terremoto é qualcosa che non riusciamo a prevedere e a sapere che cosa provocherà. Devasta una storia, un paese, una comunità e provoca morte. Il terremoto genera paura però non deve generare le chiacchiere ma creare solidarietà. Le disgrazie sono rapidissime, le ricostruzioni sono lente a cominciare dai cuori e dalle menti» commenta il Cardinale Edoardo Menichelli, Arcivescovo Ancona-Osimo. In Italia il 30% degli ospedali non è dotato di Peimaf. «Tra le regioni c’è una situazione a macchia di leopardo. Ci sono delle reti trauma che funzionano, altre che funzionano meno. Nel panorama nazionale, la situazione delle Marche è buona e sta migliorando. Questo perché a livello regionale e ospedaliero di stanno applicando le normative. La Regione nel 2016 ha emanato i Pdta– dichiara Paolo Ruscelli, direttore della Chirurgia d’Urgenza degli Ospedali Riuniti e Co-Presidente del Congresso-. Il trauma è la prima causa di morte per i giovani tra i 19 e 24 anni. La mortalità cresce nelle zone dove ci sono dei ritardi nella diagnosi. A Torrette c’è un trauma center che sta portando avanti un piano di formazione sul campo che prevede la discussione di casi clinici più critici».

Assente il Ministro della Salute, Beatrice Lorenzin. Il presidente della SICUT, Stefano Miniello ha quindi consegnato ad un delegato del ministro, il PEIMAF della SICUT, elaborato collegialmente da un gruppo di esperti, dopo un lavoro di circa 15 mesi. Il congresso proseguirà anche nella giornata di domani, 19 maggio, alla Mole Vanvitelliana.