TERREMOTO- L’attività di recupero delle opere danneggiate dal terremoto è iniziata il 24 agosto 2016 e non è ancora terminata. Oggi i volontari sono al lavoro nel Comune di Valfornace mentre da domani fino a giovedì le attività proseguono al Castello di Lanciano nel Comune di Castelraimondo per lo spostamento dei beni. In questo anno il gruppo di Protezione Civile Beni Culturali di Legambiente Marche è intervenuto tra le macerie e nelle zone rosse, dando supporto ai funzionari del ministero dei beni culturali, dei vigili del fuoco e dei carabinieri del nucleo tutela patrimonio culturale.
«Questo lavoro è frutto di un percorso collettivo che nasce nel 1997, in seguito al terremoto che ha colpito Marche e Umbria. Grazie a tanti anni di lavoro condiviso tra cittadini e istituzioni abbiamo costruito una nuova consapevolezza sui beni culturali che ha permesso oggi alle Marche di essere più forte e meno impreparata di fronte al dramma che ha colpito tutta la nostra Regione- commenta Antonella Nonnis, coordinatrice del gruppo di protezione civile beni culturali Legambiente Marche».
«Per quanto riguarda il futuro delle opere d’arte nelle aree terremotate è urgente uscire dall’emergenza e passare alla fase successiva, fare il punto sulla nuova geografia del patrimonio culturale marchigiano post sisma, l’ubicazione e lo stato dei depositi. Inoltre, iniziare un percorso di gestione e organizzazione dei depositi temporanei al fine di avviare un lavoro di valorizzazione attraverso mostre diffuse e laboratori di restauro nelle zone più prossime ai luoghi di origine, per rinsaldare il sentimento di coesione di cui ha bisogno una comunità per ricominciare a pensare al futuro senza rischiare di disgregarsi- spiega Francesca Pulcini, Presidente di Legambiente Marche -. Attività di questo tipo, aperte anche alle scuole, ai restauratori, agli amanti dell’arte, alle università, ai centri di formazione e agli addetti ai lavori che dopo il sisma hanno perso l’impiego, aiuterebbero a creare occupazione e flusso turistico».