ANCONA – Torna in primo piano la questione vaccini, dopo il caso del bambino di 10 anni ricoverato per tetano ad Oristano. All’origine dell’infezione le ferite riportate in seguito ad una caduta dalla bicicletta. Secondo l’ultimo studio pubblicato dall’Istituto Superiore di Sanità, l’Italia è il Paese europeo col maggior numero di casi di infezione tetanica. Negli adulti l’infezione si verifica tra i non vaccinati, mentre sarebbe il primo caso in Italia tra i bambini dopo oltre 30 anni, dato che la profilassi è prevista per i nuovi nati già dal 1963. Di tetano comunque si muore: «Nell’ultimo decennio nelle Marche – afferma Andrea Giacometti, primario della Clinica di Infettivologia degli Ospedali Riuniti di Torrette – si sono registrati una decina di casi di infezione tetanica, metà dei quali sono deceduti».
Il vaccino contro il tetano fa parte dei 12 obbligatori previsti dal Piano Vaccinale. La somministrazione avviene in 4 dosi dal terzo mese al sesto anno di vita nella formula esavalente. Una malattia che sembrava scomparsa, ma che invece è più presente di quanto si possa pensare. «Il bacillo del tetano non scomparirà mai – sottolinea il professor Giacometti – perché vive nell’intestino di molti animali specie degli erbivori, dei quali usiamo le feci per concimare il terreno, spargendo questo bacillo nell’ambiente. Tutti i terreni. La polvere e anche l’asfalto, sono veicoli di infezione da tetano. Se vogliamo far scomparire la malattia dobbiamo vaccinarci tutti, adulti e bambini. Gli adulti possono vaccinarsi a qualunque età e poi dopo 10 anni devono fare il richiamo per mantenere l’immunità. La vaccinazione nei bambini va effettuata al terzo mese e poi al sesto anno di vita. Non dimentichiamoci che di tetano si muore, perché produce una tossina che causa la contrazione dei muscoli scheletrici, tra i quali anche quelli di torace e collo, con spasmi molto intensi che arrivano a bloccare il respiro».
Più tranquilla la situazione per quello che riguarda la popolazione dei bambini nelle Marche. «La situazione è sotto controllo, al momento non si registrano casi di tetano tra i bambini», afferma Salvatore Cazzato, Direttore Unità Operativa Complessa di Pediatria dell’Ospedale Salesi.
Professor Cazzato, il tetano sembrava un’infezione scomparsa tra i più piccoli, e, invece, il caso di Oristano riporta alla ribalta l’importanza dei vaccini. Oggi alcuni genitori scelgono di non vaccinare i figli cosa si sente di dire a riguardo?
«I vaccini sono uno dei più grandi successi della sanità pubblica. Il loro impiego ha permesso di ridurre fortemente la frequenza di molte malattie infettive con esiti mortali o gravemente invalidanti.
Ma solo nel caso del vaiolo si è osservato la completa scomparsa della malattia.
Perciò, bisogna continuare a tenere alto il livello di guardia nei confronti di alcune malattie, sebbene rare come ad esempio la poliomielite, la difterite, il tetano appunto, attraverso una adesione completa ai programmi di vaccinazione. Inoltre, per malattie trasmissibili da soggetto a soggetto la vaccinazione di massa protegge non solo la persona vaccinata, ma attraverso un numero elevato di individui immunizzati, si riduce la circolazione dell’agente infettivo nella popolazione. In tal modo, si ottiene la cosiddetta “immunità di gregge”, che permette di proteggere anche i soggetti che non hanno risposto al vaccino o non sono vaccinati per specifiche ragioni ad esempio perché troppo piccoli o affetti da malattie che impediscono le vaccinazioni. Quindi, la vaccinazione oltre a proteggere il singolo individuo, si configura come un vero atto di responsabilità e senso civico che contribuisce alla salute della collettività».
Come si prende il tetano?
«Il tetano è una malattia infettiva, non trasmissibile da persona a persona, causata dal batterio Clostridium tetani. La malattia si contrae a seguito di ferite o tagli contaminate con le spore del batterio che è normalmente presente nel suolo».
Quali conseguenze comporta in adulti e bambini?
«La malattia si manifesta nella maggior parte dei casi entro la prima settimana, sebbene il periodo di incubazione può variare da 3 a 21 giorni. I sintomi caratteristici sono un grave spasmo muscolare localizzato che può divenire generalizzato ed è spesso aggravato da un qualsiasi stimolo esterno. Tipico è il trisma cioè l’impossibilità del soggetto di aprire la bocca a causa degli spasmi dovuti alla malattia».