ANCONA – Tommaso Marini si trasferisce a Roma. Una scelta di vita, che lo obbligherà d’ora in poi a dividersi tra la capitale e Jesi per allenarsi. E per preparare al meglio quello che sarà il prossimo appuntamento di Coppa del Mondo di fioretto, in programma al Cairo a inizio marzo. Intanto, però, tra le sue considerazioni sul licenziamento di Stefano Cerioni da ct della nazionale e quelle sul suo ritorno al successo, se ne va da Ancona e critica la città e il suo governo. Le sue parole hanno fatto rumore: «Roma è una scelta di vita, mi trasferisco per questioni personali, non c’entra niente la scherma. Però è una scelta che influirà sui miei allenamenti, nel senso che d’ora in poi mi allenerò tra Jesi e Roma, mentre finora l’ho fatto solo a Jesi». Un cambiamento di vita importante, Marini spiega ancora: «Avevo bisogno di una città che mi desse più stimoli, perché Ancona non è in grado di darne. Non so Gimbo se ha ricevuto qualcosa. Abbiamo due o tre atleti che vanno alle Olimpiadi, personalmente non ho ricevuto niente di che dalla nostra amministrazione. Se non riesci a valorizzare i tuoi atleti di punta, le tue eccellenze, come pensi che poi la gente resti ad Ancona? Dico grazie agli anconetani, ma non posso ringraziare l’amministrazione di Ancona. Con immenso piacere mi sono voluto trasferire. Ancona è casa, ci sono persone stupende. Ma che cosa offre, a parte, l’amore di casa?». Tommy rincara la dose: «Non è che mi aspettassi di essere premiato in Comune, è proprio una cosa che va fatta. Quando arrivai secondo al Mondiale a Jesi fu una festa, erano tutti felici, fieri di quello che avevo fatto. Ad Ancona invece niente. Io la vedo in una maniera molto diversa. Sarei stato più contento di promuovere tante cose, così non è stato, non c’è stata l’opportunità. Ma non me ne vado da Ancona per soltanto questo, è un discorso più generale, più complesso, ci sarebbe da dare molto più spazio ai giovani, alle novità… Lo so che è difficile, la burocrazia a volte dice altro».
Sull’attacco diretto ad Ancona e alla sua amministrazione comunale interviene con una lettera aperta il vicesindaco e assessore allo sport, Giovanni Zinni: «Caro Tommaso, siamo contenti, come amministrazione comunale, di sapere che hai idee chiare, ambizioni e sogni da continuare a coltivare. Non entriamo nel merito delle tue scelte personali, che sono solamente tue. Se pensi che trasferirti a Roma sia più utile per la tua carriera non giudichiamo la tua scelta, ma consentici di dire che Ancona è pur sempre la tua città, una città che sta crescendo e siamo tutti molto orgogliosi di questo lavoro. Per quanto riguarda invece la tua premiazione, consentici la battuta: vinci talmente tante gare che si fa fatica a starti dietro. Ti avevamo premiato qualche mese fa per le gare dell’anno precedente ed era nostra intenzione premiarti, come abbiamo poi fatto anche con altri atleti locali, alla nostra Festa dello Sport, che ha avuto un grande successo con migliaia di persone in tutto il centro città. Purtroppo però questo invito è stato tardivo, perché tu avevi già deciso di partecipare a Ballando con le Stelle, cosa di cui siamo stati tutti molto contenti. Avendoti già avuto con noi nel recentissimo passato, avevamo pensato che i momenti immediatamente successivi alla tua ultima prestigiosa vittoria avresti voluto trascorrerli con le persone a te più care, quindi abbiamo deciso di attendere la Festa dello Sport per festeggiarti con l’abbraccio della tua città, e per poter dare ampio risalto alle tue vittorie. Ancona e questa amministrazione comunale ti accolgono a braccia aperte, affettuosamente, come e quando vuoi. Era già nei nostri piani fissare un evento con te, non solo perché premiare i campioni di una città è un bel rito dello sport, ma anche perché è un piacere farlo. Non è importante la data, perché le tue vittorie sono indelebili. L’importante è mantenere sempre vivo il legame fra te e la città di Ancona e noi siamo qui per questo. Vogliamo dare ai nostri giovani l’esempio di persone che si impegnano seriamente nello sport e ogni tanto, qualcuno, come te, ce la fa».